Alzheimer, trovati i messaggi in bottiglia dei neuroni malati

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Redazione
10/07/2020 - 03:16

Scoperti imessaggi in bottigliarilasciati nel circolo sanguigno dai neuroni colpiti da Alzheimer: racchiusi in piccole vescicole di membrana, sono dei filamenti di RNA specifici della malattia che potrebbero aprire la strada a nuovi test del sangue per la diagnosi precoce.

Ad indicarlo uno studio pubblicato sulla rivista Cells da Chiara Fenoglio e Maria Serpente, ricercatrici del gruppo coordinato da Elio Scarpini e Daniela Galimberti del Centro Dino Ferrari dell’Università di Milano, UOSD Malattie Neurodegenerative dell’IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico.

La malattia di Alzheimer, come è noto, è la prima causa di demenza nella popolazione anziana. Generalmente, i sintomi progrediscono lentamente e peggiorano con il passare del tempo, diventando talmente gravi da interferire con le attività quotidiane. La diagnosi, anche in fase precoce, viene oggi effettuata grazie all’utilizzo di biomarcatori liquorali e di imaging, che sono però costosi e invasivi ed il cui utilizzo è limitato a pochi centri di secondo livello sul territorio nazionale.

Per questi motivi è indispensabile identificare marcatori periferici, che consentano, con un semplice prelievo, analisi sulla popolazione a rischio, con la prospettiva di selezionare, in una fase lievemente sintomatica se non del tutto asintomatica, i soggetti che debbano eseguire approfondimenti ulteriori.

In quest’ottica le vescicole extracellulari rappresentano un valido strumento. Esse sono delle microscopiche navette specializzate che, prodotte dalle cellule, sono ormai riconosciute come gli agenti universali della comunicazione intercellulare. Il loro rilascio, spiegano le ricercatrici, avviene sia in condizioni normali sia in condizioni patologiche, conferendo a queste microscopiche vescicole un'enorme potenzialità come strumento diagnostico, ma anche terapeutico. Essendo prodotte da tutti i tipi di cellule, le vescicole si ritrovano in tutti i fluidi biologici. Inoltre, una volta prodotte, presentano sulla loro superficie dei marcatori specifici, delle etichettemolecolari che ne identificano la provenienza.

«Questa pubblicazione è frutto di una proficua collaborazione con altri gruppi di ricerca, che ci ha permesso, anche grazie alla biobanca costituita da campioni di pazienti affetti da malattia di Alzheimer presente nel nostro laboratorio, di isolare e caratterizzare vescicole di derivazione neuronale nel plasma e di studiarne i microRNA contenuti al loro interno. Il punto importante da sottolineare è che abbiamo anche analizzato i microRNA espressi in tutte le vescicole presenti nel plasma, confrontandoli con quelli presenti nella sola frazione neuronale. Siamo riusciti, quindi, a identificarne alcuni che si ritrovano solo ed esclusivamente nella frazione di vescicole derivate dai neuroni e che risultano maggiormente espressi nei malati. Questa specifica “firma molecolare” potrebbe rappresentare un primo passo per l’identificazione di nuovi biomarcatori periferici per la malattia di Alzheimer», afferma la dottoressa Serpente.

«Ci rendiamo conto che questo è solo un primo passo. Molti aspetti rimangono ancora da chiarire e da migliorare. Stiamo già lavorando, ad esempio, per implementare la quantità di vescicole neuronali che isoliamo dal plasma, cercando sia di ottimizzare i protocolli di estrazione sia di trovare un marcatore più specifico. Questo ci permetterà di confermare i risultati ottenuti fino a questo momento, ma anche di sfruttare tali competenze per lo studio di altre malattie neurodegenerative di cui il nostro gruppo di ricerca si occupa, prima fra tutte la demenza frontotemporale», aggiunge infine la dottoressa Fenoglio.

(Fonte: ANSA/Ufficio Stampa Centro Dino Ferrari - Foto di copertina: Pixabay)

 

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