Il futuro non aspetta: Michela Grasso racconta le paure e le speranze di una generazione a rischio

Autore:
Federico Bizzini
27/07/2023 - 01:30

Giovani via dall’Italia”, “Fuga di cervelli in aumento”, “Emorragia di talenti”. Quando si parla di ragazzi costretti ad emigrare all’estero, capita frequentemente di leggere espressioni del genere, ma bisogna sottolineare che, all’interno di un dibattito che ormai si trascina stancamente senza offrire alcuna soluzione praticabile, si ha raramente l’occasione di ascoltare la voce dei diretti interessati.

Sappiamo cosa significa vivere sulla propria pelle la totale miopia che l’Italia dimostra nei confronti delle nuove generazioni? Abbiamo idea di quali possano essere i sentimenti di coloro che si ritrovano ad acquistare un biglietto di sola andata per un paese straniero? Per provare a dare risposta a quesiti tanto impegnativi, ci siamo affidati alla lettura dell’assai istruttivo Il futuro non può aspettare. Perché la mia generazione è costretta a partire (De Agostini, 2021), volume in cui Michela Grasso, a partire dalla sua esperienza personale di studentessa universitaria ad Amsterdam, e attingendo ai dati sempre più allarmanti degli ultimi rapporti e studi sociali, racconta il variegato universo di coloro che espatriano.

I problemi che pone la condizione giovanile sono molteplici investendo la carenza di lavoro, le scarse prospettive occupazionali nell’Italia meridionale e comunque nelle zone interne del Paese. In considerazione di tutto ciò, i nostri giovani sono costretti prima a fare esperienze di studio altrove e poi ad emigrare o verso il Nord Italia o verso l’estero. La situazione che viene a crearsi è la desertificazione di intere aree della nazione che rimangono sempre di più prive della loro linfa vitale.

Di tutto ciò hanno sempre discusso con toni accademici coloro che potremmo definire adulti mentre il principale pregio del libro della Grasso consiste proprio nel fatto che è la testimonianza di una donna che, nonostante l’età relativamente giovane (è nata nel 1999), può vantare un curriculum importante avendo trascorso diversi anni all’estero.

«Questo libro vuole essere una richiesta d’aiuto, da parte mia e di tante centinaia di migliaia di giovani italiani, per poter scegliere un giorno di tornare a casa ed essere sicuri di poter condurre la vita che meritiamo. Una vita dove essere trattati, pagati e considerati per quello che siamo, per quello che valiamo. Con la prospettiva di lavorare nel nostro paese e poter dare il nostro contributo, senza la costante voglia di scappare dal clima pesante che si respira per le strade. Essere giovani in Italia non è semplice: dagli stage non pagati all’arretratezza del dibattito pubblico, sembra quasi impossibile fare qualche passo avanti. Molti di noi sono rassegnati, fermi in un limbo dove l’opzione migliore è andarsene via», scrive Michela nel libro.

Dopo avere vissuto diversi anni all’estero, il suo blog SpaghettiPolitics, dedicato alla condizione giovanile, è divenuto un punto di riferimento frequentatissimo. La Grasso è inoltre impegnata in iniziative di volontariato in Francia e tiene una rubrica sul noto settimanale Grazia.

Il futuro non può aspettare vede la sua giovane autrice descrivere le principali problematiche che devono affrontare quanti sono costretti a recarsi all’estero in cerca prima di più stimolanti esperienze di studio e poi di aziende che mettano in risalto la professionalità acquisita, dato che in Italia il mercato del lavoro non valorizza minimamente le nuove occupazioni che sono caratterizzate da precariato e stipendi troppo bassi. È innegabile, infatti, che a parità di competenze e di mansioni svolte all’estero il lavoro dei giovani venga remunerato in misura ben maggiore di quanto non si verifichi in Italia.

Nel volume di Michela Grasso, infine, non mancano i riferimenti a quel desiderio, che non viene mai meno, di fare rientro nella propria terra ove se ne presentasse l’opportunità. Per un verso è un grido di allarme mentre per un altro è una denuncia nei confronti di uno Stato che non tenta di rispondere a tali problematiche; e ciò accade nonostante sia del tutto evidente che la partenza dei giovani costituisca motivo di impoverimento complessivo di un Paese al quale viene sottratto il suo stesso futuro, dato che si perdono e si regalano ad altre nazioni le nostre migliori energie privando allo stesso tempo l’Italia della futura classe dirigente e della linfa dell’avvenire senza la quale è facile prevedere un decadimento complessivo.

 

In copertina: Foto di Dim Hou su Unsplash

 

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