La riscoperta delle miniere di zolfo siciliane
Riscoprire le miniere di zolfo siciliane, un tempo tra le più importanti risorse della Sicilia, un territorio interessato da grandi giacimenti, anche se non più sfruttati, come la zona compresa tra Caltanissetta, Enna e Agrigento.
E proprio su quest’area nota ai geologi come “altopiano gessoso-solfifero” da tempo sono incentrate ricerche e iniziative finalizzate alla promozione e valorizzazione dei siti.
Tra queste la mostra itinerante “Lo zolfo della serie gessoso-solfifera siciliana” realizzata lo scorso giugno, nell’ambito dell’evento nazionale “Zolfi Italiani” della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia, dal Sistema Museale dell’Università di Catania (con il coordinamento dei docenti universitari Germana Barone e Paolo Mazzoleni e la dottoressa Maura Fugazzotto) in collaborazione con il Museo Mineralogico della Zolfara “Sebastiano Mottura” di Caltanissetta.
Una serie di eventi “satellite” organizzati in diversi sedi dell’ateneo catanese e anche nell’entroterra siciliano, spalmati in una settimana, che hanno richiamato numerosi visitatori.
L’iniziativa è stata inaugurata al Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane del Palazzo Centrale dell’Università di Catania dove l’area espositiva di pertinenza mineralogica è stata arricchita con pannelli divulgativi e opuscoli pensati col fine di facilitare concetti scientifici legati allo zolfo anche ai “più piccoli”. Sempre al museo del Palazzo Centrale è stato proiettato per tutta la settimana un video di contenuto sociale ed antropologico sulla vita nelle miniere di zolfo della Sicilia centrale e le storie dei “carusi”, bambini sfruttati per le attività minerarie fino a meno di un secolo fa.
Al Museo di Mineralogia, Petrografia e Vulcanologia della Sezione di Scienze della Terra del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali (Corso Italia, 57), al contempo, i visitatori hanno potuto ammirare la collezione di minerali di zolfo e minerali accessori (aragonite, gesso, celestina) che è stata appositamente arricchita con gli esemplari provenienti dalla collezione privata del dottor geologo Alfio Calabrò. Le visite, con grande successo di pubblico, sono state condotte da studenti e ricercatori del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali.
Per l’occasione sono state aperte le porte del Parco Minerario di recente creato all’interno della miniera abbandonata di Gabara a San Cataldo (Caltanissetta), dove i visitatori hanno potuto riscoprire il passato di quei luoghi grazie al dottor Angelo La Rosa, figlio di un “caruso”. Proprio al dottor La Rosa si deve la rivalorizzazione del sito, ormai attrazione turistico-culturale. Nella miniera di Gabara, infatti, è stato possibile comprendere davvero l’importanza che il minerale ha avuto per la Sicilia fino a pochissimi decenni fa.
Al termine della visita alla miniera, infine, il dottor Enrico Curcuruto ha guidato il gruppo nella visita al Museo Mineralogico della Zolfara “Sebastiano Mottura” di Caltanissetta affascinando i visitatori con i preziosissimi campioni minerali esposti.
Un seminario conclusivo, invece, si è tenuto alla Città della Scienza dell’Università di Catania dove il professor Rosolino Cirrincione del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’ateneo catanese, dopo i saluti della delegata alla Terza Missione Alessia Tricomi, si è soffermato sulla valorizzazione del minerale e dei territori in cui sono presenti le miniere.
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