La Riserva Naturale Orientata “Isole dello Stagnone di Marsala”
Una delle ultime (“ultime” a quanto ci risulta) denunce è stata formalizzata da un autorevole giornale locale (TP24) che, nelle settimane scorse, titolava Marsala, alla Riserva dello Stagnone adesso anche i fuochi d'artificio un documentato articolo che, tra l’altro, riferiva: «Tutto è concesso, in quella che dovrebbe essere, sulla carta, una “Riserva Naturale Orientata”, allo Stagnone di Marsala. Non solo la pratica intensiva del kitesurf, non solo i chioschi ogni cento metri, la musica a tutto volume fino a tarda sera, ma adesso anche i fuochi d'artificio, per le serate evento, come raccontano foto e video pubblicati sui social. Ancora una volta, un luogo che dovrebbe essere un santuario per gli animali, soprattutto le specie protette, diventa un luogo di divertimento e movida senza rispetto per la natura».
Una situazione, d’altro canto, ben nota (e da tempo) che non aveva mancato di registrare ricorrenti ed importanti richiami sulle precise e gravi responsabilità dell’Ente Gestore della Riserva (oggi, il Libero Consorzio Comunale di Trapani che l’ha ereditato dall’ex Provincia Regionale di Trapani) rispetto, anche, alla condizione degli abusi edilizi, degli incendi e dell’abbandono di rifiuti. Per tutti si ricorda solo il monito “forte e chiaro” che la Commissione Europea aveva già inviato nella primavera scorsa.
Inadempienze e responsabilità (peraltro, non le sole) da ricondurre, certamente, a carenze dell’Ente gestore che, però, non possono attenuare il giudizio negativo sulle scelte della “politica” che vi sono all’origine e che non potevano non determinarle.
Queste, come già espresso altre volte in questa serie di articoli sulle riserve siciliane, non riguardano esclusivamente (e neppure prioritariamente) la Riserva “Isole dello Stagnone di Marsala”, ma sono da ricondurre alla condivisa e larga volontà (purtroppo ancora tutt’altro che messa in seria discussione) di continuare ad affidare ad una Istituzione pubblica di natura prevalentemente burocratico-amministrativa l’operatività diretta di attività che richiederebbero precise azioni concrete guidate da competenze peculiari; e senza, del resto, prevedere le risorse minime indispensabili per assicurarne l’effettivo assolvimento.La Riserva “Isole dello Stagnone di Marsala” venne istituita con Decreto dell’Assessore Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana N. 215 del 4 luglio 1984 ed affidata, per la concreta gestione, all’allora Provincia di Trapani (per poi, allo scioglimento dell’Ente, essere trasferita - come prima ricordato - al Libero Consorzio Comunale di Trapani) con la finalità specifica di operare per «la conservazione della flora alofila e delle associazioni vegetali caratteristiche perché legate all’ambiente salmastro, nonché la salvaguardia di specie endemiche come alcune di Limonium e una stazione relitta di Calendula marittima».
Bastava (o è bastata) una teorica enunciazione normativa ad attrezzare la Provincia, prima, ed il Libero Consorzio, dopo, ad assolvere a tale complessa finalità? Come pure ad assicurare le stringenti misure per «il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e delle specie di fauna e di flora di interesse comunitario» previste dalla Direttiva Habitat per buona parte del territorio della Riserva, dato che questo rappresenta una delle zone umide più importanti dell’Europea meridionale?
Cosa - di efficace e di strutturale - è stato consolidato dai vari Governi regionali che si sono succeduti nel corso di questi quarant’anni, per evitare quell’autorevole monito ufficiale della Commissione Europea prima ricordato?Un provvedimento, peraltro, conseguente a precise e ripetute attività ispettive di parlamentari (quando all’opposizione) che riprendevano contingenze negative riproposte dai mass media e dalle diverse espressioni della società civile (e non solo locali) per specifiche ed insorgenti situazioni di degrado che si stavano aggiungendo a precedenti condizionamenti ai delicati equilibri della laguna.
Di straordinario interesse naturalistico e paesaggistico, l’area protetta (con una superficie totale di 2.012,15 ettari) comprende, infatti, un piccolo arcipelago di isolette (Isola di San Pantaleo o Mozia, Isola Schola, Santa Maria e Isola Lunga), la più grande delle quali costituisce una barriera tra la costa e il mare aperto, creando una laguna dai bassi e diversi fondali caratterizzata da una eccezionale biodiversità marina. Da segnalare, al riguardo, la presenza di una splendida prateria di Posidonia oceanica nonché la ricchezza di comunità algali e di molluschi. La fauna ittica, anch’essa assai variegata, si diversifica, invece, per le condizioni di due macroaree: una prima - che occupa la parte più settentrionale e che presenta i fondali più bassi - è popolata da forme di vita più strettamente legate ad ambienti lagunari e da pesci più piccoli con ciclo di vita breve; una seconda - che interessa la parte meridionale, quella, cioè, con maggiori possibilità di comunicazione con il mare aperto - conta importanti colonie di saraghi, orate e triglie.
In ambito terrestre, la vegetazione delle quattro isolette e della terraferma tutt’intorno è caratterizzata da specie xerofile adattate all’alto grado di salinità tra cui la Suaeda, l’Atriplex, la Salicornia, varie specie di Limonio, il Giglio di mare; un cenno particolare meritano la Calendula marittima, un raro endemismo di questo tratto della costa della Sicilia occidentale, e l’Anemone palmata, una ranunculacea che cresce su substrato sabbioso, presente esclusivamente in Sicilia occidentale e Sardegna.
L’intera area della riserva costituisce un luogo ideale per la sosta e la riproduzione di molte specie di uccelli migratori. Già dalla fine di luglio lo Stagnone comincia ad ospitare i primissimi migratori autunnali (soprattutto, Chiurli e Mignattai); con il primo freddo arrivano, poi, stormi di Anatre, il Falco di palude, Moriglioni, Alzavole, Folaghe, Germani reali, Codoni e Marzaiole; ed ancora - e limitandosi alle colonie più numerose: Aironi, Cormorani, Garzette, Gheppi, e le Spatole che lasceranno lo Stagnone solo in primavera. Senza dimenticare, poi, le Avocette che da tempo ormai preferiscono questi luoghi per la riproduzione ed il Fratino che si caratterizza per nascondere le uova tra le foglie di Posidonia.
Gli ambienti litoranei salmastri consentono, inoltre, la sopravvivenza di una piccola e rarissima farfalla, la Licena fenicia.
Si tratta, in conclusione, di territori assai importanti (spesso, addirittura, unici) che, al tempo stesso, risultano assai vulnerabili (e, tante volte, anche in maniera irreversibile) per una serie di ragioni (tra queste ricordiamo la circostanza che la gestione dell’intera Riserva resta, nei fatti, affidata ad “azioni” che non tengono in debito conto delle peculiarità e delle necessità dei luoghi).
Fotografia in copertina: Regione Siciliana - Osservatorio Regionale Biodiversità Siciliana
All’interno: Santa Maria - Laguna dello Stagnone
Foto di Enrico Pellegrino from Rome, Italia - CC BY 2.0
https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=24121522
Isola Schola e Isola Lunga
Foto di Markos90 - Opera propria, CC BY-SA 3.0
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Catanese, dopo una lunga esperienza sindacale nel comparto della Pubblica Amministrazione, si dedica - nei primissimi anni Novanta del secolo scorso, sulle pagine del quotidiano del pomeriggio di Catania Espresso Sera - all’impegno sociale e civile finalizzato a raccogliere e far emergere le condizioni e le aspettative delle singole 17 Circoscrizioni in cui, all’epoca, era suddiviso il capoluogo etneo.
Dopo la chiusura del giornale, trasferisce lo stesso impegno sulle colonne del settimanale Prospettive, accompagnandolo - con ravvicinata periodicità - a spazi dedicati alle iniziative delle associazioni di volontariato attive nel territorio.
Ha curato il notiziario del Consiglio Provinciale Etneo della Consociazione dei Gruppi Donatori di Sangue “Fratres”, la newsletter della sezione “Antonio Farsaci” del Tribunale per i Diritti del Malato di Catania ed il Bollettino della Conferenza dei Comitati Consultivi delle Aziende Sanitarie della Regione Siciliana.
Con ilpapaverorossoweb torna in campo per un percorso di ricerca e proposizione di frammenti di quanto si sta muovendo nel vasto ed ancora indefinito universo della digitalizzazione sanitaria e della telemedicina in modo da cercare di coinvolgere e stimolare conoscenze e contributi su una materia che, comunque, pregnerà e condizionerà sempre di più l'esercizio della sanità nonché per proporre elementi di conoscenza riguardanti peculiari aree ambientali, come le 74 riserve naturali della Sicilia.