La Riserva Naturale Orientata “Lago Soprano”

Autore:
Santo Gulisano
12/08/2024 - 00:40

In occasione del recente World Environment Day 2024, il presidente del Consiglio Comunale di Serradifalco, Daniele Territo, ed il presidente del WWF Sicilia Centrale, Ennio Bonfanti, si sono provocatoriamente autodenunciati presso la Stazione dei Carabinieri di Serradifalco per ilprelievo di una foglia d'erba”, in violazione del Regolamento della Riserva NaturaleLago Soprano” affidata in gestione al Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, ma, di fatto, mai realmente entrata in funzione ed abbandonata a se stessa.

Hanno, inoltre, provveduto ad inviare una lettera al presidente della Commissione IV Ambiente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Giuseppe Carta, stigmatizzando ancora una volta le gravi e pesanti condizioni che penalizzano l’area protetta.

Si tratta di un importante e nutrito elenco di carenze che però, purtroppo, non attengono alla gestione della sola Riserva Naturale OrientataLago Sopranobensì alla stragrande maggioranza delle riserve siciliane che vennero affidate, al momento della costituzione, alle ex Province Regionali che, una volta soppresse, hanno trasferito le relative competenze ai Liberi Consorzi.

Un passaggioope legische, fin da subito, ha accentuato pesanti limiti che sono andati sempre ulteriormente a peggiorare con il passare degli anni data la debole ed incerta natura che hanno tali Enti ancora alla ricerca di una ben chiara collocazione istituzionale.

Gli occasionali e limitatissimi interventi - quando ci sono stati - non potevano (come non hanno potuto) mai supplire, neppure lontanamente, alla corretta gestione operativa ed alla responsabile politica di prospettiva che i delicati equilibri ambientali di questi territori imporrebbero.

Conseguenziale ed inevitabile, pertanto, quel complessivo stato di degrado che la NON-GESTIONE di queste riserve NON poteva NON comportare e che, probabilmente, proprio nella Riserva Naturale OrientataLago SopranoNON sono state seconde a nessuno.

Per superare tali anomalie e cercare di dare un senso all’esistenza di queste riserve, l’iter legislativo (ancora troppo incerto e poco chiaro) che (in un futuro di sicuro, purtroppo, non ravvicinatissimo) andrà a definire la portata e le competenze dei futuri Enti locali intermedi dovrà, forse, dare una risposta chiara ad una domanda ineludibile: una gestione diretta pubblica di tante piccole riserve è da preferire sempre e comunque (senza, ad ogni modo, prevedere le dovute e necessarie risorse per rimuovere incancrenite inadeguatezze) oppure sarebbe, forse, meno peggio cominciare a pensare ad un coinvolgimento del privato sociale espressione della società civile? Peraltro, nell’assoluto rispetto del principio di sussidiarietà previsto nel nostro ordinamento?

Domande più che legittime, a maggior ragione quando si è in presenza di ambienti naturali assai delicati e particolarmente fragili, come quelli che rientrano all’interno di questa riserva.

E, pertanto, meritevoli di particolare attenzione perché, come recita l’Art.3 del Decreto Assessoriale Istitutivo N. 799/44 del 28 dicembre 2000, trattasi di un’area «di notevole interesse per la sosta di ciconiformi tra cui il raro Mignattaio (Plegadis falcinellus) e sito di nidificazione del Cannariccione (Acrocephalus arundinaceus), specie ad areale molto limitato in Sicilia. Tale area costituisce l'ultimo residuo di una vasta zona umida che comprendeva tre specchi d'acqua» e che, inoltre, presenta estesi popolamenti di Phragmites communis (cannuccia di palude) e Typha latifolia (stiancia).

I 60 ettari della riserva (tutti all’interno del Comune di Serradifalco in provincia di Caltanissetta) interessano, come detto, uno degli ultimi residui di una vasta zona umida che comprendeva tre specchi d’acqua. Il sopravvissuto Lago Soprano (detto anche “Cuba”) si sviluppa per circa 15 ettari all’interno di una depressione carsica originata dal corso incessante delle falde acquifere ed ha una profondità massima di 2,5 metri; non ha immissari e risulta alimentato da una sorgente in superficie, da alcune sorgenti sotterranee e dalle acque meteoriche.

Le sue acque presentano importanti colonie di persico, di carpa, di natrice dal collare (serpente acquatico non velenoso che si nutre principalmente di rane verdi e rospi) e di testuggine palustre (un rettile che, fino a qualche tempo fa, si riteneva non più presente) nonché una miriade di esseri microscopici; le rive e le aree adiacenti presentano invece habitat ideali per la volpe, la donnola, il coniglio selvatico, la lepre appenninica, il topo selvatico, il pipistrello nano ed il grillotalpa (un insetto ortottero con le zampe anteriori molto sviluppate ed adattate a scavare i cunicoli sotterranei dove si rifugia).

Il bacino, per le numerose emergenze vegetazionali presenti, è stato inserito dalla Società Botanica Italiana tra ibiotopi di rilevante interesse vegetazionale meritevoli di conservazione”. Tra queste la lenticchia d’acqua spugnosa, un’idrofita che galleggia nell’acqua con le foglie in superficie e le radici libere immerse, che, a seconda la stagione, può coprire buona parte della superficie lacustre.

 

Fotografie: Regione Siciliana - Osservatorio Regionale Biodiversità Siciliana

 

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