La Riserva Naturale Orientata “Rossomanno, Grottascura, Bellia”

Autore:
Santo Gulisano
09/07/2024 - 03:15

Con l’arrivo della stagione estiva, quanto mai importante ritorna ad essere l’attività di salvaguardia e di protezione delle aree boscate. Certamente in difficoltà per le alte temperature e i lunghi periodi di siccità, ma anche - se non, purtroppo, soprattutto - a causa degli incendi (verosimilmente?) dolosi che sconvolgono, ogni anno, tanti territori. Arrivando a cancellare, addirittura, ampie porzioni di antico e notevole pregio vegetazionale. Come è accaduto con l’incendio che ha semidistrutto la Riserva Naturale OrientataRossomanno, Grottascura, Bellia”, ad inizio del luglio del 2022, allorquando ben 1.034 ettari (dei 2.000 totali dell’intera area) andarono in fumo.

La Riserva, istituita con Decreto N° 84 del 2000 della Regione Siciliana, copre la parte centro meridionale dei monti Erei, ricadendo all’interno dei Comuni di Aidone, Piazza Armerina e di Enna.

Il territorio è costituito da affioramenti litologici recentissimi dalle forme dolci ed attraversate da profondi solchi torrentizi tributari dei bacini del Simeto e del Salso Imera. È caratterizzato, in buona parte, da altipiani sabbiosi, che presentano alture che solo in pochi casi superano gli 800 metri dal livello del mare.

Tale natura sabbiosa conferisce all’intero comprensorio una sua peculiare unicità, che viene esaltata, in diversi punti, dalla presenza di spettacolari formazioni naturali create dalla facile erosione esercitata dai piccoli corsi fluviali e dagli agenti atmosferici. Tra queste si ricordano - anche per il loro forte ed intenso legame con tante leggende del luogo - alcune sculture in pietra, vicino al Parco Ronza, conosciute comePupi ballerinioPietre incantate”.

La Riserva Naturale OrientataRossomanno, Grottascura, Belliavenne istituita con la finalità di conservazione e tutela della suaatipicitàcostituita da un ambiente naturale in cui l'uomo ha avuto, per lunghissimi periodi di tempo, un’incidenza significativa, come testimoniano i residui di un antico rimboschimento a conifere in un'area antropizzata fin dall'età del rame (VIII - VII sec. a.C.) e, successivamente, nel comprensorio dell'antico villaggio di Rossomanno, distrutto nel 1394. E, in tempi molto più recenti, gli impianti di pino domestico e di eucalipto, in aree caratterizzate da significativi resti di antichissime popolazioni di querce, lecci, sorbi, castagni e perastri.

L’area presenta un interessante sottobosco costituito, in larga parte, da timo arbustivo, biancospino, rosa selvatica comune e pungitopo che favoriscono la presenza di mammiferi come l’istrice, il riccio, la volpe, il coniglio selvatico, il daino, il cinghiale.

Nell’intero comprensorio sono state censite ben 42 specie di uccelli, con colonie significative di cuculo, gufo ed upupa. Inoltre, è facile osservare, tra i rettili, la lucertola campestre, il ramarro occidentale ed il biacco.

Uno dei punti principali di accesso alla Riserva si trova in località Parco della Ronza, dove il Dipartimento Aziende Regionali Foreste Demaniali della Sicilia ha allestito una tra le più grandi aree attrezzate dell’intera regione. Suddivisa in varie zone dispone, tra l’altro, di una grande voliera e di vaste recinzioni dove trovano rifugio diverse specie di animali; ospita, inoltre, una biblioteca ambientale ed un erbario e, soprattutto, un importantissimo vivaio forestale.

Al suo interno sono stati approntati diversi sentieri che favoriscono le attività di scautismo, di trekking e di facile escursionismo sia verso le aree archeologiche di Cozzo Matrice e di Montagna di Marzo sia verso gli antichi insediamenti di Serra delle Casazze, la necropoli di Rocca Crovacchio e quel che resta del borgo medievale di origine sveva raso al suolo nel 1394.

Ma, oltre a poter godere di tanto patrimonio immerso nella natura, la posizione dell’area permette di andare a visitare (perché poco distanti) posti ben più noti al grande pubblico, come la Villa del Casale di Piazza Armerina, il lago di Pergusa ed il Parco Minerario Floristella.

Purtroppo, la piena fruizione del Parco della Ronza non è sempre scontata perché, purtroppo, anche questa porzione della RiservaRossomanno, Grottascura, Belliaè stata soggetta a devastanti incendi (come quello dell’estate del 2016 allorquando andò in fumo gran parte della vegetazione) e sovente viene interessata da pur necessari ed importanti interventi di recupero che, però, si trascinano nel tempo determinando interdizioni d’ingresso totali e/o parziali per periodi che potrebbero essere, invece, molto più brevi.

Va detto che i due incendi prima ricordati non sono stati i soli a colpire l’intera riserva che, a causa di tali ricorrenti penalizzazioni, non è riuscita a consolidare nel tempo le notevoli potenzialità che potrebbe esprimere. Lo dimostra, tra l’altro, il fatto che - nonostante le sue eccezionali componenti - resta tra le riserve naturali istituite dalla Regione Siciliana meno conosciute.

E, in atto, si presenta, purtroppo, con una fruibilità abbastanza compromessa dato che - come prima ricordato - l’incendio del luglio 2022 ha interessato ben 1.034 dei 2.000 ettari dell’intera riserva (in prevalenza, a coperture arboreo arbustive riconducibili a boschi di conifere e a boscaglie di specie legnose di latifoglie sempreverdi) e che l’incendio dell’estate del 2016 ha bruciato centinaia di ettari di macchia mediterranea.

Numeri che - è bene ripeterlo - si riferiscono solamente a due episodi recenti e limitatamente al comprensorio della Riserva Naturale OrientataRossomanno, Grottascura, Bellia”, un’area protetta che occupa solo una piccola parte dei territori dei Comuni di Aidone, di Enna e di Piazza Armerina, un territorio particolarmente penalizzato da questi eventi non sempre e non tutti causati da condizioni climatiche eccezionali.

E che, purtroppo, concorrono ad attribuire alla Sicilia un tristissimo primato.

Come, infatti, certificato dal Report 2022 dell’ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, la Sicilia presenta la metà degli incendi in Italia, con 35.000 ettari di territorio bruciato, risultando anche l’area che ha subito più danni in termini di superficie forestale infiammata (4.437 ettari).

Che non si tratti di un caso lo conferma il Report dello stesso Istituto che riferendo degli incendi dal 15 giugno al 15 settembre 2023 ha stilato la seguente top 10 relativa agli ettari di superficie forestale bruciata: Sicilia 6.127, Calabria 1.896, Abruzzo 292, Sardegna 180, Campania 148, Puglia 142, Liguria 83, Lazio 62, Valle d’Aosta 56, Toscana 43.

 

Fotografie: Regione Siciliana - Osservatorio Regionale Biodiversità Siciliana

 

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