La Riserva Naturale Orientata “Rossomanno, Grottascura, Bellia”
Con l’arrivo della stagione estiva, quanto mai importante ritorna ad essere l’attività di salvaguardia e di protezione delle aree boscate. Certamente in difficoltà per le alte temperature e i lunghi periodi di siccità, ma anche - se non, purtroppo, soprattutto - a causa degli incendi (verosimilmente?) dolosi che sconvolgono, ogni anno, tanti territori. Arrivando a cancellare, addirittura, ampie porzioni di antico e notevole pregio vegetazionale. Come è accaduto con l’incendio che ha semidistrutto la Riserva Naturale Orientata “Rossomanno, Grottascura, Bellia”, ad inizio del luglio del 2022, allorquando ben 1.034 ettari (dei 2.000 totali dell’intera area) andarono in fumo.
La Riserva, istituita con Decreto N° 84 del 2000 della Regione Siciliana, copre la parte centro meridionale dei monti Erei, ricadendo all’interno dei Comuni di Aidone, Piazza Armerina e di Enna.
Il territorio è costituito da affioramenti litologici recentissimi dalle forme dolci ed attraversate da profondi solchi torrentizi tributari dei bacini del Simeto e del Salso Imera. È caratterizzato, in buona parte, da altipiani sabbiosi, che presentano alture che solo in pochi casi superano gli 800 metri dal livello del mare.
La Riserva Naturale Orientata “Rossomanno, Grottascura, Bellia” venne istituita con la finalità di conservazione e tutela della sua “atipicità” costituita da un ambiente naturale in cui l'uomo ha avuto, per lunghissimi periodi di tempo, un’incidenza significativa, come testimoniano i residui di un antico rimboschimento a conifere in un'area antropizzata fin dall'età del rame (VIII - VII sec. a.C.) e, successivamente, nel comprensorio dell'antico villaggio di Rossomanno, distrutto nel 1394. E, in tempi molto più recenti, gli impianti di pino domestico e di eucalipto, in aree caratterizzate da significativi resti di antichissime popolazioni di querce, lecci, sorbi, castagni e perastri.
L’area presenta un interessante sottobosco costituito, in larga parte, da timo arbustivo, biancospino, rosa selvatica comune e pungitopo che favoriscono la presenza di mammiferi come l’istrice, il riccio, la volpe, il coniglio selvatico, il daino, il cinghiale.
Nell’intero comprensorio sono state censite ben 42 specie di uccelli, con colonie significative di cuculo, gufo ed upupa. Inoltre, è facile osservare, tra i rettili, la lucertola campestre, il ramarro occidentale ed il biacco.
Uno dei punti principali di accesso alla Riserva si trova in località Parco della Ronza, dove il Dipartimento Aziende Regionali Foreste Demaniali della Sicilia ha allestito una tra le più grandi aree attrezzate dell’intera regione. Suddivisa in varie zone dispone, tra l’altro, di una grande voliera e di vaste recinzioni dove trovano rifugio diverse specie di animali; ospita, inoltre, una biblioteca ambientale ed un erbario e, soprattutto, un importantissimo vivaio forestale.
Ma, oltre a poter godere di tanto patrimonio immerso nella natura, la posizione dell’area permette di andare a visitare (perché poco distanti) posti ben più noti al grande pubblico, come la Villa del Casale di Piazza Armerina, il lago di Pergusa ed il Parco Minerario Floristella.
Purtroppo, la piena fruizione del Parco della Ronza non è sempre scontata perché, purtroppo, anche questa porzione della Riserva “Rossomanno, Grottascura, Bellia” è stata soggetta a devastanti incendi (come quello dell’estate del 2016 allorquando andò in fumo gran parte della vegetazione) e sovente viene interessata da pur necessari ed importanti interventi di recupero che, però, si trascinano nel tempo determinando interdizioni d’ingresso totali e/o parziali per periodi che potrebbero essere, invece, molto più brevi.
Va detto che i due incendi prima ricordati non sono stati i soli a colpire l’intera riserva che, a causa di tali ricorrenti penalizzazioni, non è riuscita a consolidare nel tempo le notevoli potenzialità che potrebbe esprimere. Lo dimostra, tra l’altro, il fatto che - nonostante le sue eccezionali componenti - resta tra le riserve naturali istituite dalla Regione Siciliana meno conosciute.
E, in atto, si presenta, purtroppo, con una fruibilità abbastanza compromessa dato che - come prima ricordato - l’incendio del luglio 2022 ha interessato ben 1.034 dei 2.000 ettari dell’intera riserva (in prevalenza, a coperture arboreo arbustive riconducibili a boschi di conifere e a boscaglie di specie legnose di latifoglie sempreverdi) e che l’incendio dell’estate del 2016 ha bruciato centinaia di ettari di macchia mediterranea.
Numeri che - è bene ripeterlo - si riferiscono solamente a due episodi recenti e limitatamente al comprensorio della Riserva Naturale Orientata “Rossomanno, Grottascura, Bellia”, un’area protetta che occupa solo una piccola parte dei territori dei Comuni di Aidone, di Enna e di Piazza Armerina, un territorio particolarmente penalizzato da questi eventi non sempre e non tutti causati da condizioni climatiche eccezionali.
E che, purtroppo, concorrono ad attribuire alla Sicilia un tristissimo primato.
Come, infatti, certificato dal Report 2022 dell’ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, la Sicilia presenta la metà degli incendi in Italia, con 35.000 ettari di territorio bruciato, risultando anche l’area che ha subito più danni in termini di superficie forestale infiammata (4.437 ettari).
Che non si tratti di un caso lo conferma il Report dello stesso Istituto che riferendo degli incendi dal 15 giugno al 15 settembre 2023 ha stilato la seguente top 10 relativa agli ettari di superficie forestale bruciata: Sicilia 6.127, Calabria 1.896, Abruzzo 292, Sardegna 180, Campania 148, Puglia 142, Liguria 83, Lazio 62, Valle d’Aosta 56, Toscana 43.
Fotografie: Regione Siciliana - Osservatorio Regionale Biodiversità Siciliana
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Catanese, dopo una lunga esperienza sindacale nel comparto della Pubblica Amministrazione, si dedica - nei primissimi anni Novanta del secolo scorso, sulle pagine del quotidiano del pomeriggio di Catania Espresso Sera - all’impegno sociale e civile finalizzato a raccogliere e far emergere le condizioni e le aspettative delle singole 17 Circoscrizioni in cui, all’epoca, era suddiviso il capoluogo etneo.
Dopo la chiusura del giornale, trasferisce lo stesso impegno sulle colonne del settimanale Prospettive, accompagnandolo - con ravvicinata periodicità - a spazi dedicati alle iniziative delle associazioni di volontariato attive nel territorio.
Ha curato il notiziario del Consiglio Provinciale Etneo della Consociazione dei Gruppi Donatori di Sangue “Fratres”, la newsletter della sezione “Antonio Farsaci” del Tribunale per i Diritti del Malato di Catania ed il Bollettino della Conferenza dei Comitati Consultivi delle Aziende Sanitarie della Regione Siciliana.
Con ilpapaverorossoweb torna in campo per un percorso di ricerca e proposizione di frammenti di quanto si sta muovendo nel vasto ed ancora indefinito universo della digitalizzazione sanitaria e della telemedicina in modo da cercare di coinvolgere e stimolare conoscenze e contributi su una materia che, comunque, pregnerà e condizionerà sempre di più l'esercizio della sanità nonché per proporre elementi di conoscenza riguardanti peculiari aree ambientali, come le 74 riserve naturali della Sicilia.