A Lampedusa la “sentinella” d’Europa per monitoraggio carbonio in atmosfera e in mare

Autore:
Redazione
16/01/2022 - 22:48

A trent’anni dalla sua nascita, la Stazione ENEA di Osservazioni Climatiche dell’isola di Lampedusa diventa il primo sitosentinellain Europa per il monitoraggio integrato del ciclo del carbonio in atmosfera e in mare, nell’ambito della rete di ricerca europea ICOS alla quale partecipano centinaia di scienziati e ricercatori che operano in oltre centocinquanta stazioni di tredici paesi.

Nelle acque dell’isola siciliana, infatti, sono stati installati nuovi strumenti hi-tech che raccolgono informazioni e dati strategici sulla concentrazione della CO2 e sugli scambi tra atmosfera e oceano che vengono resi disponibili a oltre duecento organizzazioni scientifiche (gli strumenti installati su di una boa strumentata - l'Osservatorio Oceanografico - si integrano con le misure sulla evoluzione della concentrazione di gas ad effetto serra raccolte dall’Osservatorio Atmosferico).

L’istallazione è stata realizzata nell’ambito del Progetto PON-ICOS_MED, coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) in collaborazione con ENEA e CREA e finanziato con oltre 13 milioni di euro dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

«Il Mediterraneo è tra le aree più soggette al cambiamento climatico in atto e l’isola di Lampedusa, con le sue dimensioni ridotte e la sua orografia, è considerata un luogo ideale per osservare l’atmosfera lontano dall’influenza diretta delle attività umane e da particolari condizioni atmosferiche», spiega Francesco Monteleone del Laboratorio ENEA di Osservazioni e Misure per l’Ambiente e il Clima e responsabile scientifico del progetto. «I nuovi strumenti si affiancano all’insieme di servizi e infrastrutture della Stazione, dove da anni vengono condotti progetti di ricerca e campagne di misura, nel contesto di collaborazioni a livello nazionale, europeo e internazionale», aggiunge Monteleone.

«Nell’ambito del Progetto ICOS è inoltre in fase di realizzazione unsito ecosistemicoche permetterà di quantificare gli scambi di CO2 tra atmosfera e macchia mediterranea: l’obiettivo è di fare di Lampedusa un osservatorio unico della rete ICOS, in grado di fornire informazioni integrate sui comparti marino, terrestre e atmosferico, e un quadro complessivo del ciclo del carbonio in una regione particolarmente critica del Mediterraneo», sottolinea Giandomenico Pace, responsabile del Laboratorio di Osservazioni e Misure per l’Ambiente e il Clima. «Lampedusa è in grado di offrire alla comunità scientifica informazioni integrate sull’evoluzione e sugli scambi di CO2 tra i differenti comparti, fondamentali per comprendere cause ed effetti del cambiamento climatico», conclude il ricercatore che ricorda che la Stazione è diventata «un vero e proprio “faro” nel Mediterraneo e il potenziamento in corso ne ha rafforzato il ruolo strategico a livello internazionale».

Nello specifico sono stati installati sistemi innovativi per misurare la pressione di CO2, sensori per la rilevazione di pH, radiazione, clorofilla e materia organica disciolta, temperatura, pressione, conducibilità e ossigeno, per il controllo in continuo degli scambi con l’atmosfera.

Parallelamente, in collaborazione con l’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie, il Comune di Lampedusa e l’Università di Firenze, è stato installato, su una boa costiera dell’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie, un sistema per il monitoraggio in continuo dell’ambiente e degli ecosistemi marini costieri, con un focus anche su indicatori essenziali come la Posidonia oceanica, che svolge un ruolo chiave nella mitigazione al cambiamento climatico. Va detto che la Posidonia oceanica costituisce l'habitat naturale di molti organismi animali e vegetali ed è in grado di assorbire grandi quantitativi di CO2, di liberare nell'ambiente fino a 20 litri di ossigeno al giorno per m2 di prateria, esercitando una notevole azione di protezione della linea di costa dall'erosione.

Questa attività è finanziata dal Progetto ES-PA (Energia e Sostenibilità per la Pubblica Amministrazione PON Governance 2014-2020), che supporta le PA regionali e locali sui temi dell’energia e della sostenibilità.

 

LA STAZIONE DI OSSERVAZIONI CLIMATICHE

La Stazione di Osservazioni Climatiche ENEA dell'isola di Lampedusa è una infrastruttura di ricerca nel Mediterraneo dedicata alla misura di parametri di rilevanza per il clima. L’infrastruttura comprende attualmente l’Osservatorio Atmosferico, situato sull'Isola (35.52°N, 12.63°E) e dedicato alla ricerca dei cambiamenti nella struttura e composizione dell'atmosfera e dei loro effetti sulla radiazione superficiale, e l’Osservatorio Oceanografico, in mare aperto (35.49°N, 12.47°E), composto da una boa strumentata con vari sensori per la ricerca delle interazioni aria-mare e la validazione di osservazioni satellitari.

Le attività di rilievo internazionale comprendono:

  • Le misure atmosferiche di concentrazione di gas serra che contribuiscono alla Global Atmosphere Watch (GAW) – la rete mondiale per lo studio del cambiamento climatico che coinvolge circa 80 paesi nell’ambito dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO);
  • Le misure per la caratterizzazione degli aerosol nella colonna atmosferica nell’ambito della rete AERONET (AErosol RObotic NETwork) della NASA;
  • Il monitoraggio in continuo di temperatura, ossigeno, salinità e pH del mare in un sito costiero superficiale (17 m) al fine di rilevare eventuali anomalie nella prateria di Posidonia oceanica che svolge servizi chiave per la mitigazione al cambiamento climatico. Quest’attività è coordinata da ENEA in collaborazione con l’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie, il Comune di Lampedusa, l’Università di Firenze, ed è finanziata dal Progetto ES-PA, che supporta le PA regionali e locali sui temi dell’energia e della sostenibilità;
  • Lo studio dell’interazione, distribuzione e caratteristiche di componenti atmosferici quali nubi, gas e aerosol (questi ultimi di origine naturale e antropica), e loro effetti sul bilancio radiativo terrestre, anche nell’ambito dell’infrastruttura europea ACTRIS (Aerosols, Clouds, and Trace Gases Research InfraStructure);
  • Gli studi sull’evoluzione dei gas serra e il ruolo di oceano e vegetazione nel ciclo del carbonio nell’ambito della infrastruttura di ricerca europea ICOS (Integrated Carbon Observation System);
  • Il monitoraggio dei gas ad effetto serra nell’ambito della rete Global Greenhouse Gas Reference Network della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration, USA);
  • Le attività per approfondire il legame fra inquinamento atmosferico e la diffusione del Covid-19 nell’ambito del Progetto PULVIRUS condotto da ENEA, ISS e SNPA;
  • Le collaborazioni con istituzioni nazionali ed internazionali per la misura della concentrazione di ozono e delle proprietà chimico-fisiche del particolato atmosferico (PM), e per misure ionosferiche e sismiche.

 

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