Territorio Bene Comune, un convegno all’insegna dell’Inclusione

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Redazione
16/12/2023 - 01:32

«Catania è una città per tutti?». Questa la domanda posta da Marisa Falcone, presidente di A.D.A.S. aps in apertura del meeting Territorio Bene Comune: progetti e idee per garantirne la fruizione collettiva, organizzato dall’Associazione lo scorso 5 dicembre presso il Centro Fieristico Le Ciminiere di Catania, presenti Amministratori, Ordini Professionali, Esperti e Società civile. Insigni i relatori che hanno affrontato il tema con le loro dotte e accorate relazioni.

«Oggi parliamo di inclusione e lo facciamo oltre le etichette ghettizzanti, perché l’inclusione comincia dal linguaggio», ha più volte ribadito Marisa Falcone nel corso dell’evento.

«Affrontare il tema dellacittà per tuttisignifica ritornare a prendersi cura della città, non solo nelle megalopoli da decine di milioni di abitanti ma anche nei centri di medie dimensioni o in quelli piccoli, in crisi profonda e sempre più spesso a rischio di estinzione. Una città per tutti deve garantire a tutti i gruppi sociali una elevata disponibilità di servizi e una buona qualità sia del patrimonio residenziale che dello spazio pubblico. È indispensabile tornare a riguardare la città in una visione complessiva, quella propria delle discipline urbanistiche, nella convinzione che questa strada sia ancora quella che è necessario percorrere per garantire la giustizia sociale», ha sottolineato il Prof. Ing. Francesco Martinico.

«La conurbazione catanese è un caso emblematico dellanuova questione urbana”, che consiste nel permanere di forti differenze nelle condizioni abitative e nella qualità complessiva del sistema urbano. Nel caso catanese ciò è anche una conseguenza del mancato aggiornamento dei piani urbanistici che appaiono del tutto superati, per esempio nel caso della città principale, o sovradimensionati, per quanto riguarda i comuni della prima e della seconda fascia, attorno al comune principale.

Tra gli aspetti centrali, in primo luogo, si deve considerare quello di un’equilibrata distribuzione della ricchezza tra le varie parti di sistemi insediativi, intesa non solo in termini di redditi ma anche di dotazione di servizi territoriali come il verde, l’istruzione, la sanità e la qualità dello spazio pubblico. Paradossalmente le zone a più basso reddito della conurbazione catanese sono quelle con le maggiori potenzialità di miglioramento dovute alla presenza di grandi aree non ancora urbanizzate e altrettanto ampie zone interessate da attrezzature ed edifici dismessi e/o sottoutilizzati. Il secondo elemento è quello della mobilità, che rischia di aggravare ulteriormente le disuguaglianze nell’accesso ai servizi urbani. Il permanere di una offerta sovradimensionata di aree edificabili, soprattutto nei comuni della prima e della seconda cintura attorno al capoluogo, è una delle principali cause dello squilibrio del sistema urbano e del permanere di una crisi che è ambientale ma anche sociale. È indispensabile proporre dei correttivi a questa condizione che si aggraverà ulteriormente con il progressivo invecchiamento della popolazione.

La redazione di piani urbanistici di nuova concezione può contribuire in modo decisivo al miglioramento della situazione attuale, ma questo richiede un grande sforzo collettivo e non solo una delega incondizionata ai decisori politici», ha concluso Martinico.

Per il Prof. Ing. Daniele La Rosa, invece: «L’accessibilità agli ecosistemi, alle funzioni e ai servizi urbani (nodi di trasporto, servizi o aree pubbliche, aree storiche) rappresenta una questione cruciale da affrontare nella pianificazione delle città contemporanee che vogliano raggiungere livelli più elevati di sostenibilità ed una più equa distribuzione spaziale di questi servizi/funzioni.

L’accessibilità è direttamente collegata alla questione della giustizia ambientale, perché si basa sul principio generale secondo cui tutte le persone hanno il diritto di accedere allo stesso numero di servizi di uguale qualità. Tuttavia in alcuni contesti urbani esistono alcune specifiche disugualità, quando particolari gruppi sociali possono trarre vantaggio da un diverso livello di accessibilità rispetto ad altri, a seconda della distribuzione spaziale dei servizi/funzioni e delle modalità di trasporto disponibili per raggiungerli».

Nel corso della relazione di Daniele La Rosa si è parlato di alcune ricerche applicate sviluppate dal Laboratorio per la Pianificazione Territoriale e Ambientale del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Catania, relative alla pianificazione degli Spazi Pubblici e della loro Accessibilità nelle Città Contemporanee, con riferimento al contesto catanese. Uno spazio particolare è dato alla presentazione del recente progetto Europeo Map4Accessibility, che ha sviluppato una applicazione per smartphone in grado di applicare un modello per l’accessibilità urbana ai luoghi pubblici, inedito e altamente efficiente, costruito a partire dalle mappatura ad alta risoluzione delle attuali criticità culturali, tecnologiche e fisico-spaziali dell’Ambiente urbano che tenga conto delle differenti abilità degli utenti delle nostre città.

La Dott.ssa Forestale Martina Indelicato ha poi evidenziato come «la fruibilità della natura e dell’ambiente assicuri lo sviluppo della personalità e la migliore qualità della vita e, pertanto, deve essere garantita a tutti. Permettere a tutti di vivere l’esperienza della natura, attraverso appropriate azioni tecniche e culturali, rappresenta elemento di qualità che deve caratterizzare la politica complessiva e le singole iniziative dei parchi e delle altre aree protette. Esiste il dovere di rendere gli spazi di vita accessibili a tutti, qualsiasi sia la condizione della singola persona (Dichiarazione di Norcia, 2003). Il requisito dell’accessibilità in un ambiente naturale comporta il raggiungimento simultaneo dei due obiettivi: la salvaguardia ambientale e la fruizione turistica da parte di un’utenza allargata. Si devono realizzare progetti pensati per tutti per evitare il formarsi di “aree ghetto”. Sinteticamente, accessibilità pianificata prima che progettata. Purtroppo, ancora oggi, molte persone sono costrette a scegliere una meta mettendo al primo posto i criteri di accessibilità invece delle loro preferenze».

Il PhD Arch. Gaetano Manuele ha, invece, illustrato il progetto di ricerca “La città de I VINTI” che mira a migliorare la qualità della vita dei soggetti deboli in ambito urbano a Catania. Si è soffermato su due progetti: “inSUPERabile Catania” che promuove “dal basso” l'abbattimento delle barriere architettoniche, e “Suoni dalla Città di Catania”, che racchiude oltre 500 suoni registrati a Catania e mira appunto a far conoscere la città attraverso i suoi suoni a tutti, ma soprattutto a chi abbia una disabilità visiva.

 

In videoconferenza da Roma l’Arch. Alice Buzzone ha riferito delle attività svolte dall’Osservatorio Accessibilità dell’Ordine degli Architetti di Roma che ha come missione la promozione dell'Universal Design e della cultura dell'accessibilità. «L'obiettivo è coinvolgere la comunità professionale e il pubblico in un percorso di formazione, sensibilizzazione e analisi del quadro normativo/procedurale, trasformando l'accessibilità in un elemento fondamentale dei progetti, oltre al mero obbligo normativo. Attraverso convegni, collaborazioni e partecipazione a commissioni, l'Osservatorio si propone come catalizzatore per creare network e diffondere la consapevolezza sull'importanza dell'accessibilità. I Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA) possono contribuire a rendere inclusive le città, a patto di essere integrati da rinnovati processi di analisi del contesto e da adeguati livelli di programmazione degli interventi: lo conferma l’esperienza della Regione Lazio che ha provveduto a emanare le proprie Linee guida in materia di PEBA sviluppando un percorso attraverso cui punta a liberare gli spazi urbani dagli ostacoli che impediscono la fruizione in autonomia da parte delle persone con disabilità», ha detto Alice Buzzone.

Infine, l’Avv. Alessia Falcone ha offerto una panoramica del quadro normativo, nazionale e sovrannazionale, in materia di fruizione del territorio e accessibilità urbana da parte dei soggetti con disabilità, evidenziandone potenzialità e carenze.

«Non perdiamoci, diamoci appuntamento a presto per avviare un percorso comune e tracciare insieme le linee di intervento e sviluppo del territorio della Città Metropolitana, perché nessuno venga escluso», ha detto in conclusione la presidente di A.D.A.S. Marisa Falcone.

 

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