La sanatoria edilizia che mortifica la Sicilia e i suoi abitanti
La Regione Siciliana ha approvato un emendamento che di fatto costituisce una nuova sanatoria edilizia riguardante le costruzioni realizzate dove esiste un vincolo di inedificabilità relativa e non assoluta.
Siamo in presenza dell’ennesimo scempio perpetrato ai danni del patrimonio naturalistico dell’Isola, dei suoi centri urbani e delle sue bellezze architettoniche. Tra il 2009 e il 2017 gli abusi edilizi accertati sono ben 27.000 circa, ma è ovvio che i voti degli abusivi fanno gola perché è chiaro che si tratta di una legge elettoralistica e null’altro. È come se venisse costruita ogni giorno una villa abusiva di 350 metri quadrati. Paesi come Palma di Montechiaro, Castiglione di Sicilia, Reitano, Menfi o Mazzarà Sant’Andrea “vantano” record di abusivi pro capite. Negli anni scorsi a Lampedusa è stata scoperta una costruzione abusiva di 50 metri quadrati sulla strada principale senza alcuna autorizzazione.
Trattasi sostanzialmente del terzo condono di berlusconiana memoria che colpisce duramente le aree a vincolo relativo. Il Governo regionale ha qui il ruolo di nemico giurato dell’Ambiente. La legge dovrà essere approvata in via definitiva, ma non sono prevedibili ripensamenti di sorta della maggioranza mentre è facile ipotizzare, e sperare, che il Governo nazionale impugnerà un provvedimento legislativo che nessun’altra Regione si sognerebbe di approvare.
Come noto, alcuni partiti sono soliti fare ricorso alle sanatorie edilizie ed ai condoni fiscali per fare cassa facilmente, ma soprattutto per rispondere alle pressanti richieste del loro elettorato di riferimento. L’abuso edilizio viene perpetrato da chi ha le relative disponibilità economiche mentre i condoni fiscali vengono sollecitati solo dai titolari di partita IVA e non certo da pubblici dipendenti o comunque lavoratori subordinati. Per questo, trattasi di categorie che costituiscono un preciso bacino elettorale di riferimento.
Anche il Governo Musumeci non ha resistito alla tentazione di varare una sanatoria edilizia che cozza contro e fa scempio del patrimonio naturalistico ed edilizio dei centri siciliani. L’assessore competente sostiene – ne riferisco tra il serio ed il faceto – che non si tratti di sanatoria edilizia perché non è prevista l’automatica regolarizzazione dell’abuso. Siamo in presenza di una excusatio non petita e, se così fosse, non si comprende la necessità di varare la disciplina normativa in contestazione.
Ai cittadini onesti, quelli che non commettono violazioni edilizie o non sperano nei condoni, ma adempiono ai loro doveri solidaristici, che hanno a cuore le sorti della nostra martoriata Sicilia, non rimane che sperare in una (peraltro certa) impugnativa da parte del Governo nazionale.
Noi siciliani dovremmo insorgere perché si continua a danneggiare il territorio con effetti che senz’altro pagheranno anche le future generazioni.
Federico Bizzini