Le donne, sin dalla nascita, sono condannate a morte
Voglio essere volutamente esagerata e provocatoria. Le donne, sin dalla nascita, sono condannate a morte.
Certo, direte voi, tutti finiamo per morire, ma le donne, in quanto tali, muoiono più spesso e prima.
Muoiono quando in famiglia non vengono considerate al pari dei fratelli maschi ed a loro viene chiesto di fare cose “da femmina”.
Muoiono quando viene loro chiesto di vestirsi adeguatamente per non essere provocanti.
Muoiono quando si sentono dire “te la sei cercata”.
Muoiono quando il fidanzato di turno deve controllare cosa indossano, come si truccano, quando escono e chi incontrano.
Muoiono quando al lavoro gli uomini, in quanto tali e magari meno preparati, vanno avanti a far carriera.
Muoiono quando si sentono dire, anche con un certo sarcasmo tutto maschile, “sei una donna con le palle”, adducendo ad un attributo prettamente maschile doti di supremazia.
Muoiono quando devono scegliere se essere brave mogli e madri o avere un lavoro che le soddisfi.
Muoiono in ogni cartellone pubblicitario che usa il sesso attraverso una donna per promuovere qualunque cosa.
Muoiono quando viene propagato un modello di bellezza che le vuole omologate ad essere sempre più sessualmente appetibili per quello che è il gusto maschile, che le porta a pensare che senza un seno ultra prosperoso, labbra gonfie ed invitanti e sedere grosso e pronunciato non sono attraenti.
Muoiono quando la gelosia, il possesso e il narcisismo sono compagni di vita quotidiana, e ad ogni presunto errore volano schiaffi e pugni e minacce di morte.
Muoiono quando vanno a denunciare e niente cambia.
Muoiono quando gli altri tolgono valore ed importanza alle violenze e le dicono: “Gli uomini sono fatti così, porta pazienza, in fondo non ti fa mancare niente”.
Muoiono ogni volta che un uomo non ascolta il NO e continua convinto sia un suo diritto.
Muoiono quando sono in sette ad approfittare come fossero iene sul cadavere di un animale, solo che lei non è ancora cadavere.
Muoiono quando devono raccontare tutto lo schifo e l'umiliazione e ci sarà chi le condanna perché avevano bevuto.
Muoiono sempre, anche se restano vive, muore la loro anima, la gioia, la speranza e la fiducia.
Muoiono quando vengono ritrovate pugnalate, sgozzate, picchiate e seviziate, e subito qualcuno si premura ad invocare il raptus, la follia del momento, il troppo amore malato.
Muoiono ogni giorno le donne che vogliono soltanto vivere e godere della vita, anche accanto ad un uomo.
Ogni donna uccisa è un lutto che tutti portiamo addosso, è un velo nero da metterci in testa e uno scudo da tenere alto sopra di noi.
Ogni donna uccisa da un uomo che dice di amarla è un insulto a tutto il genere umano e nessuna attenuante è logico e giusto concedere loro.
Ogni donna uccisa merita rispetto, tutto quello che in vita non si è riusciti a garantirle perché uno Stato che non applica le leggi, che non riesce o semplicemente non vuole farne di nuove e più mirate, non è uno Stato per tutti. Non è uno Stato per le donne.
Cetty Moscatt