Vita in strada, le pizzette avanzate non sono solidarietà

L'unico metodo civile per evitare che le strade siano trasformate in dormitorio è quello di adoperarsi per garantire a tutti lavoro, casa e cibo.

Ogni volta che vediamo una coperta e dei cartoni sotto i portici o sotto la tettoia di una fermata degli autobus non indigniamoci contro chi soffre al freddo, indigniamoci piuttosto contro le Istituzioni perché non sono in grado di garantire a tutti il soddisfacimento dei bisogni primari e contro la società perché ignora la povertà o, peggio, la guarda con disprezzo.

È doveroso chiederci e sapere che cosa sia stato fatto per garantire una esistenza dignitosa a coloro che vengono definiti “gli ultimi”, se esiste per loro un percorso di inclusione sociale, se vengono offerti alloggi adeguati e opportunità di lavoro, se la comunità cittadina li rifiuta arricciando il naso o vuole prendersene cura. Ma prendersene cura non è elargire un panino invenduto a fine giornata o la tavola calda avanzata.

E noi che stiamo facendo per aiutare chi ha ormai solo cartoni e cenci? Perché se non stiamo facendo nulla allora riteniamoci anche noi responsabili per la nostra parte.

 

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(Marisa Falcone, Direttore Editoriale de ilpapaverorossoweb)