Al via progetto per il monitoraggio delle faglie sottomarine in Sicilia

Autore:
Redazione
06/11/2020 - 03:40

Dalla fine di ottobre al largo delle coste di Catania è attivo il progetto FOCUS, un nuovo sistema di monitoraggio delle faglie sottomarine installato a 2.000 metri di profondità.

L’esperimento, finanziato da un bando ERC (European Research Council) e condotto dal professor Marc-André Gutscher dell’Università di Brest in collaborazione con CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique), IFREMER (Institut Français de Recherche pour l’Exploitatoin de la MER) e IDIL Fibres Optiques, grazie al supporto del servizio infrastrutture marine dei Laboratori Nazionali del Sud (LNS) dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), è stato infatti connesso alla rete ottica sottomarina operata dai Laboratori Nazionali del Sud nell’ambito del progetto IDMAR per lo sviluppo in Sicilia di infrastrutture di ricerca strategiche e cofinanziato dalla stessa Regione Siciliana. La rete ottica sottomarina, che fa anche parte dell’infrastruttura europea per la ricerca EMSO-ERIC (European Multidisciplinary Seafloor and water-column Observatory - European Research Infrastructure Consortium), verrà utilizzata per studiare l’evoluzione della crosta terrestre in corrispondenza di una delle aree geologiche più attive e interessanti del mondo, quella del complesso vulcanico dell’Etna.

Al fine di rilevare gli spostamenti della crosta terreste tra la costa e il monte sottomarino Alfeo, a est di Catania, in corrispondenza di una faglia mappata solo pochi anni fa, FOCUS, che ha già iniziato l’acquisizione dei primi dati, si avvarrà di una tecnica innovativa denominata BOTDR (riflettometria ottica con tecnica di Brillouin), in grado di rivelare eventuali movimenti delle fibre elettro-ottiche sottomarine dell’esperimento, agganciate ai 25 chilometri di cavo di cui si compone l’infrastruttura dei LNS.

Come spiega Giorgio Riccobene, ricercatore del Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN, «la riflettometria ottica è oggi ampiamente impiegata nel settore delle telecomunicazioni per l’individuazione di problemi di trasmissione del segnale causati dalla rottura delle fibre ottiche. Grazie alla nuova tecnologia BOTDR utilizzata da FOCUS, potremo, invece, osservare gli spostamenti dei cavi a lungo termine e quindi monitorare gli slittamenti delle faglie su cui questi sono adagiati, variazioni sub-millimetriche non riscontrabili con tecniche di riflettometria classiche. Quindi, oltre alla valenza scientifica dell’esperimento, di cui si sta testando il funzionamento, ma che ha già prodotto dati interessanti, ci aspettiamo importanti risposte tecnologiche da esso, perché in caso di risultati positivi il sistema potrebbe essere adottato su tutta l’immensa rete di fibre ottiche mondiale».

L’attività di monitoraggio di FOCUS, che sarà validata e confrontata con le misure effettuate da otto stazioni geodetiche, anch’esse ancorate a 2.000 metri di profondità, sarà inoltre integrata con le analisi di altri strumenti scientifici presenti nel sito LNS a largo di Catania, operativo dal 2005, a dimostrazione dell’impegno dell’INFN nei settori di ricerca interdisciplinari.

«Le ragioni che hanno spinto l’INFN a partecipare al progetto FOCUS sono riconducibili alla presenza in un’unica area sottomarina ancora inesplorata, quella del versante est dell’Etna, di una serie di progetti che mirano allo studio di fenomeni geofisici e vulcanologici con varie tecnologie, come la stazione per il monitoraggio acustico SMO-OnDE dell’INFN, attiva dal 2012, ed un altro sistema di riflettometria: l’apparato IDAS (Intelligent Distributed Acoustic Sensing) installato dal GFZ (Deutsches GeoForschungsZentrum) di Postdam e dall’INGV. Inoltre, a breve, sarà di nuovo operativo l’osservatorio EMSO-SN1, realizzato dall’INGV in collaborazione con INFN e CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), in seno ad EMSO-ERIC. Una concentrazione di strumenti che, attraverso la cross-correlazione dei dati da loro ottenuti, fornisce un’opportunità unica per ricavare informazioni nuove per il monitoraggio dell’attività sismica e vulcanica», sottolinea in conclusione Giorgio Riccobene.

(Fonte: Istituto Nazionale di Fisica Nucleare)

 

Leggi anche i seguenti articoli

www.ilpapaverorossoweb.it/article/dissesto-idrogeologico-dalla-sicilia-un-modello-di-controllo-del-territorio-con-il-satellite

www.ilpapaverorossoweb.it/article/la-rotazione-terrestre-influenza-le-eruzioni-delletna

www.ilpapaverorossoweb.it/article/ingv-afferma-radon-dalle-faglie-delletna-pericoloso-la-salute

 

crowfunding adas

clicca e scopri come sostenerci