Da rifiuti non riciclabili un contributo importante a indipendenza energetica

Autore:
Redazione
30/08/2022 - 23:40

Dai rifiuti non riciclabili è possibile ricavare i Combustibili Solidi Secondari (CSS) cioè quella frazione di rifiuti solidi urbani o industriali che, debitamente trattata, potrebbe essere usata come fonte di energia invece di finire nelle discariche o negli inceneritori.

I CSS, essendo utilizzabili nei cementifici italiani in parziale sostituzione dei combustibili di origine petrolifera ed in grado di garantire minori emissioni complessive ed un contributo alla gestione dei rifiuti, potrebbero pertanto dare una grossa mano per tagliare il traguardo dell’indipendenza energetica del nostro Paese.

Ad affermarlo è Federbeton Confindustria, la federazione di settore delle associazioni della filiera del cemento, del calcestruzzo, dei materiali di base, dei manufatti, componenti e strutture per le costruzioni, delle applicazioni e delle tecnologie ad essa connesse nell’ambito della filiera sopra indicata.

«A Kilometro Zero, disponibili in abbondanza tanto da doverli esportare, bruciare negli inceneritori o inviare in discarica: i rifiuti non riciclabili, il cosiddetto “secco”, ma anche tessuti, carta e cartoni o altro non riciclabile, rappresentano una risorsa preziosa, un tassello importante nella strada per l'indipendenza energetica del Paese», spiega Federbeton in una nota.

I rifiuti inviati all'estero, «con ulteriori costi da parte dei cittadini, vengono impiegati in modo sicuro e controllato per produrre energia per l'industria. L'utilizzo di CSS anche in Italia permetterebbe non solo di ridurre le emissioni generate da discariche e inceneritori, ma anche di abbattere drasticamente i costi, ambientali e economici, legati all'importazione dei combustibili di origine petrolifera», aggiunge Federbeton.

Giusto per fornire qualche dato, si tenga presente che un cementificio medio, con un tasso di sostituzione calorica del 50% (in sostanza con il 50% di energia da CSS rispetto all’energia totale necessaria), potrebbe sottrarre ogni anno ad altre tipologie di trattamento (discarica, incenerimento, export) più di 160.000 tonnellate di rifiuti, quantità che consente la produzione di circa 65.000 tonnellate di CSS.

«In un momento in cui prende piede l'idea di un ritorno al carbone, i CSS costituiscono una soluzione valida in termini di sostenibilità (economica e ambientale) già ampiamente utilizzata in tutta Europa e pronta a essere implementata anche in Italia in cicli produttivi come quello del cemento: mentre le nazioni europee più avanzate arrivano infatti a oltre il 60%, a volte anche all'80%, in Italia la sostituzione dei prodotti petroliferi tramite CSS è limitata a circa il 21%. Secondo la stima elaborata dal Laboratorio REF Ricerche, un tasso di sostituzione del 66% in Italia porterebbe al taglio di 6,8 milioni di tonnellate di CO2 emesse in atmosfera, anche grazie al mancato conferimento in discarica che verrebbe sostituito dalla valorizzazione energetica in cementeria», commenta il presidente di Federbeton, Roberto Callieri.

(Fonte: ANSA)

 

Foto di copertina: Pixabay

 

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