Tumore della vescica, un consumo elevato nella dieta di cibi selezionati riduce il rischio

Fino ad oggi, c’era solo qualche evidenza scientifica che un consumo maggiore di determinati alimenti riduca il rischio di tumore della vescica. A rafforzare questa ipotesi è stata l’analisi dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT) di uno studio multicentrico italiano che, pubblicata su Cancer, Causes & Control, include 690 casi di tumore della vescica e 665 controlli ospedalizzati per malattie acute, non neoplastiche e non legate al fumo.
I soggetti sono stati intervistati utilizzando un questionario di frequenza alimentare riproducibile e validato. Si sono poi applicati i dati sulla composizione di alimenti e bevande per stimare l'assunzione nella dieta delle sei classi più comuni di flavonoidi: isoflavoni, antocianidine, flavan-3-oli, flavanoni, flavoni e flavonoli.
«I flavonoidi hanno attirato l'attenzione scientifica grazie alla loro capacità antiossidante e all'effetto anticancerogeno osservato in vari tipi di tumore. Abbiamo trovato una riduzione significativa del rischio di tumore della vescica del 44% nei soggetti che osservavano l'assunzione maggiore nella dieta di isoflavoni e del 36% nei soggetti con un'elevata assunzione di flavoni, rispetto ai soggetti con il consumo più basso. Per le altre classi di flavonoidi e flavonoidi totali non abbiamo trovato un'associazione significativa con il rischio di tumore della vescica», spiega Valentina Rosato, ricercatrice dell'Unità di Statistica Medica e Biometria dell’Istituto Nazionale dei Tumori. Nello studio, gli isoflavoni derivano principalmente dal latte di soia, zuppe a base di soia, verdure e fagioli, mentre i flavoni provengono specialmente dagli spinaci e bietole, verdure, fagioli e tè.
Questa è la prima ricerca che indica un'associazione inversa tra l'assunzione nella dieta di isoflavoni e flavoni e il rischio di tumore della vescica. «È biologicamente plausibile un possibile effetto dei flavonoidi sul tumore della vescica: l'urina è una via importante per l'escrezione di flavonoidi e dei loro metaboliti e questi componenti bioattivi dietetici sono di conseguenza a diretto contatto con la mucosa della vescica», sottolinea Valentina Rosato.
Il cancro della vescica rappresenta circa il 3% di tutti i tumori e, in urologia, è secondo soltanto al tumore della prostata. È più comune tra i 60 e 70 anni ed è tre volte più frequente negli uomini che nelle donne. È stato associato al fumo di tabacco, all'esposizione professionale ad ammine aromatiche, al diabete e ad alcune infezioni del tratto urinario: questi fattori di rischio però spiegano solo circa la metà dei tumori.
Data in ogni caso l'esigua evidenza scientifica sulla relazione tra i composti polifenolici e il tumore della vescica, sono necessari altri studi epidemiologici per confermare le evidenze di questo primo importante lavoro condotto all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
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