
Cambiamenti climatici: negli USA aiutano il diffondersi dell'ameba “mangia-cervello”

Comunemente nota come “ameba mangia-cervello”, Naegleria fowleri ha riconquistato gli onori delle cronache dopo che l’estate scorsa un bambino del Nebraska è morto di amebasi, un’infezione dell’acqua.
Naegleria fowleri si sviluppa al meglio in acqua dolce e calda, il che la rende adatta a proliferare con l'aumento delle temperature negli Stati Uniti. È un organismo che occasionalmente può parassitare i vertebrati, principalmente mammiferi.
Nell'uomo un'infezione da Naegleria fowleri può causare una malattia estremamente grave, la meningoencefalite amebica primaria (PAM o PAME), che colpisce il sistema nervoso centrale. La malattia ha un andamento rapido e, se non diagnosticata e curata celermente, può portare alla morte nel giro di pochi giorni.
«L'ameba vive in acqua calda tra i 30 e i 46 °C e può entrare nel corpo attraverso il naso, dove viaggia verso il cervello e inizia a distruggere i tessuti», riferisce in un suo articolo il quotidiano The Guardian.
Ora, però, il caso ha evidenziato una nuova realtà preoccupante: il cambiamento climatico sta incoraggiando la comparsa dell'ameba in parti degli Stati Uniti dove non è affatto tipica, come il nord e l'ovest.
Come detto, l'ameba provoca una malattia chiamata meningoencefalite amebica primaria e, sebbene ammalarsi sia raro (tra il 2012 e il 2021, secondo il Centers for Disease Control, sono stati segnalati negli Stati Uniti soltanto trentuno casi), tuttavia è incredibilmente letale. Infatti, sempre secondo l’agenzia sanitaria USA, solo quattro persone su centocinquantuno sono sopravvissute all'infezione tra il 1962 e il 2020.
Negli Stati Uniti, Naegleria è sempre stata tipicamente limitata agli stati meridionali, ma negli ultimi anni si è diffusa costantemente verso nord. Uno studio del 2021 ha mostrato che, anche se il tasso di infezioni non è cambiato, l'ameba si sta spostando dagli stati meridionali alle aree del Midwest. L’infezione è stata trovata perfino nel Minnesota.
Secondo i dati a disposizione dei sanitari, la maggior parte dei casi “riguarda maschi di età inferiore ai 18 anni”, anche se non è chiaro il perché. Tuttavia, anche se le amebe non causano la morte, possono in ogni caso “causare seri danni”.
Si ritiene però che «le temperature più calde non solo facilitino la sopravvivenza e la crescita di agenti patogeni come la Naegleria, ma spingono anche le persone a trovare di più refrigerio nell'acqua, il che, specie se si tratta di acque lacustri, spesso fangose, può aumentare il rischio», afferma Yun Shen, ingegnere ambientale presso l'Università della California Riverside.
Poi, va sottolineato che la crisi climatica sta esacerbando eventi meteorologici estremi, come inondazioni e siccità, che possono introdurre più agenti patogeni nell'ambiente.
«Nelle aree siccità, i patogeni saranno concentrati nei corpi idrici, circostanza che potrebbe aumentare la dose di esposizione ai patogeni quando gli esseri umani sono a stretto contatto con i corpi idrici», afferma Shen.
Infine, «nelle aree inondate, l'acqua può trasferire agenti patogeni nell'ambiente: ad esempio, un'inondazione potrebbe portare agenti patogeni dal suolo o dagli ambienti acquatici alle case e agli edifici, o causare il travaso della raccolta delle acque reflue e immettere agenti patogeni nell'ambiente», sottolinea l’articolo del Guardian.
Sta di fatto che ovunque, nel mondo, si stanno diffondendo cariche virali nuove e spesso sconosciute.
(Fonte: AGI)
In copertina: Naegleria fowleri al microscopio
Photo Credit: Content Providers(s): CDC/ Dr. Govinda S. Visvesvara - This media comes from the Centers for Disease Control and Prevention’s Public Health Image Library (PHIL), with identification number #408.
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