Esoterismo e Umanesimo nello studio di Guido Rallo sulla Massoneria

Autore:
Mario Guarnera
27/06/2024 - 23:17

In un’elegante sala dell’Hotel Nettuno di Catania, il 15 giugno 2024 si è tenuta la presentazione dell’ultimo libro di Guido Rallo: I Due Pilastri. Tavole sull’Ermetismo. La Massoneria Azzurra e il Rito Scozzese (BASTOGILibri, 2024).

L’Autore, oltre che lavorare come chirurgo presso l’Ospedale Garibaldi di Catania, in qualità di affiliato al Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani si è dedicato con passione e scrupolosità all’approfondimento delle complesse tematiche ermetiche proprie della tradizione della Massoneria. La presentazione del volume, di scorrevole lettura malgrado i continui riferimenti a correnti filosofiche, scientifiche e letterarie, ha visto la presenza di numerosi studiosi che hanno fornito personali letture del testo mettendone sempre in risalto l’ispirazione umanistica che vede la centralità dell’Uomo e della sua libertà come principio guida della spiritualità massonica, un sentimento che dona significato alle ritualità per le quali la Massoneria è conosciuta ai profani.

Già il titolo dell’opera di Rallo richiama elementi mitologici che si perdono nella notte dei tempi pur rimanendo archetipi universali, divenendo riflessioni preziose per un’etica del presente che ambisca a possedere un fondamento certo: i Due Pilastri sono un mito, rappresentano la salvezza di valori eterni tramite la resistenza dei Pilastri in cui questi valori furono incisi, preservandoli dalle azioni distruttive del tempo. Ecco come Guido Rallo, nell’introduzione del suo libro, descrive l’influenza di tale mito:

«La leggenda dei Due Pilastri, sui quali sarebbero stati incisi i fondamenti della Tradizione Primordiale, che è alla base di tutte le grandi religioni e di alcuni dei grandi sistemi filosofici e dalla quale ha avuto origine anche la Tradizione massonica, ci narra come queste Colonne avrebbero resistito alla violenza del devastante Diluvio Universale, per poi essere ritrovate da personaggi mitici, come Ermete Trismegisto, e da grandi personaggi storici quali Pitagora e Platone. Questo mito ha svolto l’importante officio di garantire la trasmissione della Tradizione, senza la cesura costituita dal Diluvio e senza quella contaminazione e quella corruzione che si generò dopo il disordine globale che fece seguito all’univoco tentativo di risalire al cielo, costruendo la Torre di Babele» (pag. 11).

La compresenza di personaggi leggendari come Ermete Trismegisto (sapiente maestro delle lettere e delle scienze) con filosofi realmente vissuti quali Pitagora e Platone, fa comprendere il fitto intreccio di influenze e rimandi culturali che hanno da sempre ispirato la Massoneria, e per questo la presentazione, moderata da Roberto Crimì (Pres. Cons. dei MM.VV. Or. di Catania), si è avvalsa di diversi specialisti ognuno dei quali si è cimentato in dettagliate analisi per ricostruire tali percorsi intellettuali. La prima relazione è stata tenuta da Cettina Laudani, docente di Storia delle Dottrine Politiche all’Università di Catania, che si è addentrata in una articolata analisi storico-letteraria dei motivi ispiratori dell’Umanesimo che ha orientato le correnti massoniche, quindi con riferimenti al Rinascimento Italiano e in particolare a Il Principe di Niccolò Machiavelli, alla Riforma di Martin Lutero e di Giovanni Calvino nell’Europa cristiana, ai Manifesti Rosacrociani del Seicento, fino al Leviatano del filosofo ingleseThomas Hobbes. Queste grandi rivoluzioni culturali e religiose, sottolinea la studiosa, hanno permesso anche la rinascita di correnti iniziatiche ed ermetiche aventi il fine di preservare la purezza di ideali che il mondo continuava a corrompere nella prepotenza del potere, vale a dire la difesa di una iniziatica rigenerazione interiore che sta alla base delle confraternite massoniche.

Anche l’intervento di Franco Favarò, studioso di Scienze Esoteriche, è stato ricco di riferimenti ai grandi momenti della cultura spirituale, in particolare alla Cabala, a Dante e al filosofo e teologo Pierre Teilhard de Chardin, sottolineando come esista un processo evolutivo che dalla Materia conduce in direzione dello Spirito, come identità finale di entrambe queste realtà eterne.

Interessante anche la scelta dell’Autore di avvalersi, durante la presentazione, della proiezione di un video, realizzato da Stefano Tirendi e accompagnato dalla colonna sonora di Hans Zimmer, per illustrare tramite slide alcune tematiche attinenti all’origine dell’Universo e all’Energia che lo guida in un processo di perfezionamento pressoché infinito, e che trova nell’Uomo la sua massima espressione. Concetti ribaditi dal fisico Maurizio Re, il quale ha accostato l’etica massonica con le più recenti ipotesi della meccanica quantistica, richiamandosi al raffinato ordine che sta all’origine di ogni cosa che esiste: ammettendo come tutto nell’Universo avvenga per una finalità superiore, da questa fede può seguirne l’azione mirata, guidata idealmente dal rispetto per la bellezza insita nella Natura. A tal proposito, ecco come Guido Rallo descrive nel suo libro questa bellezza:

«La Bellezza pervade ogni parte dell’Universo e permea di sé ogni corpuscolo, ogni particella. Essa è quindi anche in noi, dentro di noi, come afferma Sant’Agostino, ma noi molto spesso non ci rendiamo conto di questa presenza. Tutti gli oggetti vibrano e anche noi vibriamo, maggiormente se ci emozioniamo. Quando la vibrazione dell’oggetto entra in sintonia con la vibrazione del soggetto, la consonanza, l’eufonia fra queste due vibrazioni genera l’esperienza estetica» (pag. 186).

In conclusione, il libro di Guido Rallo è una ricchissima e minuziosa analisi delle varie tradizioni massoniche ricondotte alla loro genesi costitutiva e al loro significato originario, dalla cui comprensione è possibile maturare, nella prassi, una illuminazione che diviene l’elemento fondante del libero arbitrio di ogni essere umano, che è tale «solo se è libero di scegliersi e di autodeterminarsi» (pag. 171).

 

In copertina: Ermete Trismegisto (dal Viridarium chymicum di Daniel Stolcius De Stolcenberg, 1624)

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