Referendum sulle trivelle del 17 aprile: cosa voteremo?

Autore:
Andrea Cuscona
29/03/2016 - 16:17

ITALIA - Domenica 17 aprile si svolgeranno le consultazioni elettorali per il referendum abrogativo (articolo 75 della Costituzione) sulle trivellazioni in mare, ovvero per l’abrogazione del comma 17 dell'articolo 6 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 (Norme in materia ambientale). Il referendum è stato convocato con decreto del Presidente della Repubblica 15 febbraio 2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale– Serie Generale n.38 del 16 febbraio 2016.

 

Il corpo elettorale, ripartito negli 8.000 Comuni e nelle 61.576 sezioni elettorali del territorio nazionale (il dato sezioni elettorali è aggiornato al 31 dicembre 2015), è di 47.212.590 elettori, di cui 22.700.892 maschi e 24.511.698 femmine. A questi vanno aggiunti i 4.029.231 elettori residenti all’estero, di cui 2.090.052 maschi e 1.939.179 femmine. La modalità ordinaria di espressione del voto per l'elettorato residente all'estero è quella per corrispondenza.

 

Lo scrutinio dei voti inizierà alle ore 23 di domenica 17 aprile, subito dopo la chiusura delle operazioni di voto”.

 

Questo è quanto appare sul sito ufficiale del Ministero dell'Interno, in merito all'ormai imminente “referendum sulle trivelle” voluto da 9 Regioni e che sta animando il dibattito italiano con posizioni diametralmente opposte tra quanti sostengono le ragioni del SI' e quanti invece propendono per il NO. Occorre però fare un po' di chiarezza su tema per capire cosa andranno a votare i cittadini italiani.

 

Innanzitutto si tratta di un referendum abrogativo, ossia occorre barrare la voce SI se si vuole esprimere un parere favorevole alla cancellazione dell'attuale normativa, oppure NO se si intende mantenerla.

 

Per votare occorre recarsi presso il seggio d'appartenenza muniti di documento d'identità valido e tessera elettorale. Si voterà in tutta Italia e non solo nelle Regioni che hanno promosso il referendum e potranno esprimersi anche gli italiani residenti all’estero. Hanno diritto di voto al referendum tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto la maggiore età. E' importante sottolineare che per ottenere il quorum vada a votare il 50% più uno degli aventi diritto.

 

Che cosa troveremo scritto sul foglio che ci verrà consegnato alle urne, su cui apporre il voto?

 

«Volete voi che sia abrogato l'art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, "Norme in materia ambientale", come sostituito dal comma 239 dell'art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilita' 2016)", limitatamente alle seguenti parole: "per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale"?»

Dunque, per sintetizzare, votando SI esprimeremo la volontà di cancellare la norma che consente alle società petrolifere di estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine (20 km) dalle coste italiane senza limiti di tempo. In questo modo, ogni piattaforma entro le 12 miglia, verrebbe smantellata una volta scaduta la concessione e senza attendere che si esauriscano gas o petrolio da estrarre. Con il NO sceglieremo di mantenere in vigore l'attuale norma. E qui è giusto precisare, vista la confusione generale riscontrata tra gli italiani, che non si bloccheranno le trivellazioni già in atto ma si chiederà di consentire o meno alle compagnie già operative lo sfruttamento dei giacimenti per la durata utile di vita dello stesso. Nessun blocco immediato, dunque, né generico (sono escluse le piattaforme oltre le 12 miglia).

Nonostante il referendum non decida sull'intera politica energetica del nostro Paese è importante capire, però, che si tratta di un fondamentale strumento di partecipazione per tutti i cittadini che hanno a cuore la salute e l'ambiente. Questo referendum è stato voluto da 9 regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto) che si sono interrogate sull'impatto ambientale delle piattaforme esistenti e sullo stesso in termini di turismo.

 

Importantissimo notare che - come la Corte costituzionale ha più volte precisato - il Parlamento non può successivamente modificare il risultato ottenuto con il referendum, altrimenti lederebbe la volontà popolare. Se non si raggiungesse il quorum previsto, tuttavia, il Parlamento avrebbe pieno potere di decidere per nuove trivellazioni e per il naturale ciclo di vita dei giacimenti, vecchi e nuovi. In quest'ottica sorprende che vi siano forze politiche e rappresentanti istituzionali che invitino gli italiani a non votare, dunque a rinunciare ad un diritto e uno strumento che consente di esprimere la volontà popolare.

 

A.D.A.S. Associazione per la Difesa dell'Ambiente e della Salute ONLUS si schiera a favore del SI'. Una scelta che rispetta il mare, le coste e l'ambiente e che vuole tutelare un bene preziosissimo e non barattabile per interessi economici: la nostra salute.

I prossimi articoli del nostro quotidiano sul referendum illustreranno in maniera dettagliata le ragioni del SI' e raccoglieranno il parere di esperti. Potete leggere – inoltre- il nostro precedente spunto sul tema: http://www.ilpapaverorossoweb.it/article/le-trivellazioni-fanno-tremare-litalia-tutti-i-sensi

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