
Tecnica del freddo cura tumore e ipertensione

Una procedura innovativa di crio-ablazione, mai utilizzata prima per questa patologia, ha permesso ad una giovane donna di guarire definitivamente l'ipertensione arteriosa causata da un piccolo tumore, un reninoma. Ad applicare la terapia presso l’Azienda Ospedaliera – Università di Padova un gruppo di esperti guidato dal professor Gian Paolo Rossi. Il tumore secernente renina alterava i valori nel sangue provocando l'ipertensione, valori che sono rientrati nella norma riportando la pressione arteriosa nei limiti senza l'assunzione di alcun farmaco. È il primo caso al mondo.
La procedura di crio-ablazione è stata ben tollerata e la paziente, una studentessa ventenne, a distanza di un anno risulta normotesa. Il caso, pubblicato sull’American Journal of Hypertension, è stato illustrato l’altro giorno a Padova nel corso di una conferenza stampa. I medici hanno scelto questo tipo di approccio dopo aver scoperto che la patologia di cui soffriva la giovane era causata dalla presenza di un tumore rarissimo (nel mondo ne sono stati diagnosticati soltanto centodue casi sin dalla prima descrizione nel 1967 a Glasgow) e assai piccolo che si era manifestato con un quadro clinico del tutto simile a una lieve forma di ipertensione essenziale. Questi tumori pongono difficoltà sotto il profilo chirurgico assai rilevanti perché sono di difficile reperimento da parte del chirurgo e sono soggetti a complicanze emorragiche con elevata frequenza.
La crio-ablazione è stata eseguita dagli specialisti del nosocomio padovano con una leggera anestesia per via percutanea, inserendo un ago di 1,5 mm nel fianco destro della paziente, per prelevare una piccola quantità di cellule. Quindi hanno infilato un secondo ago che ha eseguito due cicli di raffreddamento di dieci minuti, alternati a due cicli di riscaldamento; in questo modo si è formata una “palla” di ghiaccio che ha distrutto il tumore, senza bisogno di un intervento chirurgico che avrebbe richiesto almeno dieci giorni di degenza.
«In passato questi pazienti - ha spiegato il professor Gian Paolo Rossi - venivano considerati affetti da ipertensione essenziale e avviati a una terapia farmacologica che doveva durare tutta la vita. Oggi riusciamo a riconoscere una causa dell'ipertensione su cui è possibile intervenire e guarire circa il 25% dei pazienti che arrivano al nostro centro da tutta Italia».
(ANSA)
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