Con l'adroterapia i tumori fanno meno paura

Autore:
Sarah Donzuso
17/05/2016 - 10:03

Entrato in attività nel settembre del 2011, il CNAO - Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica per il trattamento dei tumori con protoni e ioni carbonio - è l’unico centro italiano e il quinto nel mondo che applica l’adroterapia: gli altri centri duali che utilizzano sia protoni che ioni carbonio si trovano in Germania, Giappone e Cina.

L’adroterapia è una forma avanzata ed evoluta di radioterapia, sviluppata per trattare i tumori non operabili e resistenti ai tradizionali trattamenti radioterapici.

In Italia la fondazione si trova a Pavia e si tratta di una fondazione privata senza scopo di lucro istituita dal Ministero della Salute nel 2001. 

Ancora poco conosciuta come forma terapeutica, l’adroterapia - come ci spiegano dal CNAO - non è sostitutiva della radioterapia, con cui oggi è trattato circa il 50% dei malati oncologici, ma è necessaria nei casi in cui la radioterapia stessa si rivela inefficace.

Ciò accade ad esempio con i tumori “radio resistenti” e nei casi in cui i tessuti tumorali sono vicini a organi vitali e delicati come ad esempio occhi, nervi, cervello o intestino, che devono essere preservati dagli effetti collaterali della radioterapia. L’adroterapia, infatti, a differenza della radioterapia, è in grado di colpire solo le cellule tumorali preservando i tessuti sani

 

Per capire meglio di cosa si tratta e per parlare degli importanti risultati che essa ha ottenuto in questi cinque di applicazione in Italia, abbiamo intervistato la dottoressa Barbara Vischioni (in foto)

 medico radioterapista del CNAO.

Da diversi anni è disponibile in Italia una nuova terapia anti-cancro - l’adroterapia: spieghiamo in cosa consiste, se ci sono effetti collaterali e quando va usata.

“Al CNAO di Pavia l’adroterapia è disponibile dal 2011 e a oggi sono stati trattati più di 800 pazienti. L’adroterapia è una forma avanzata di radioterapia che utilizza fasci di particelle cariche, protoni e ioni carbonio, anziché i raggi X della radioterapia convenzionale. I fasci di ioni e protoni sono prodotti da un acceleratore di particelle simile a quello del CERN di Ginevra anche se molto più piccolo.

L’adroterapia si utilizza in caso di tumori resistenti alle terapie tradizionali, come appunto la radioterapia ai raggi X, oppure nel caso di trattamenti in sedi difficili, quando i tumori si trovano vicino a organi nobili come il cervello o gli occhi. In questi casi i tumori non sono né operabili chirurgicamente per l’estensione e/o il rischio elevato di produrre invalidità permanenti, né trattabili con la radioterapia convenzionale che colpirebbe, con dosi molto alte di raggi X, non solo il tumore ma anche gli organi sensibili vicini con probabili pesanti effetti collaterali”. 

 

Rispetto alla classica radioterapia, se volessimo fare un confronto possiamo tracciare i pro e i contro dell'uno e dell'altra?

“L'adroterapia è una terapia mirata e un trattamento di alta precisione che consente di somministrare fasci ad alta energia ed efficacia biologica con estrema selettività spaziale, aumentando il potenziale di cura e minimizzando i rischi di effetti collaterali. Questo è possibile perché i fasci di protoni e ioni carbonio rilasciano la loro energia con precisione in corrispondenza della massa tumorale, risparmiando con alta probabilità i tessuti sani attorno, in virtù delle loro caratteristiche fisiche che li caratterizzano.

L’adroterapia, tuttavia, non è sostitutiva della radioterapia tradizionale con cui si tratta oggi nei centri di riferimento oncologico la maggior parte dei pazienti con tumore, ma può trovare spazio dove la radioterapia convenzionale non ha riportato vantaggi di cura. Questo può accadere ad esempio con i sarcomi, i cordomi e condrosarcomi sacrali e della base cranica, i tumori delle ghiandole salivari o i melanomi mucosi. Sul sito del CNAO si trova un elenco dettagliato dei tumori potenzialmente trattabili con adroterapia e di quelli presi in carico dal centro stesso http://fondazionecnao.it/it/cosa-facciamo/i-tumori-trattabili”.

 

Grazie a questa terapia si curano tumori in pazienti che non avrebbero alternative?

“Una possibilità è questa, ma non solo. Si stima che in Italia siano circa 2000 ogni anno i pazienti che possono essere indirizzati adadroterapia, ma spieghiamo bene: negli ultimi anni i protoni sono preferiti nel paziente pediatrico, nel trattamento del melanoma oculare o dei cordomi della base del cranio, mentre gli ioni carbonio lo sono per i sarcomi, i melanomi mucosi e i carcinomi delle ghiandole salivari. In generale l'adroterapia si può considerare un'arma in più a disposizione del malato per il trattamento di patologie resistenti alle terapie tradizionali, oppure dopo altri trattamenti che non hanno dato l'esito sperato, come per esempio nei pazienti recidivi dopo multiple chirurgie per tumori radioresistenti o dopo un'altra radioterapia”.

 

Molte Asl italiane ignorano ancora l'uso di questa terapia: paura o disinformazione?

“Si tratta di un trattamento ancora nuovo e poco conosciuto in Italia e nel mondo, anche se ora è in rapida crescita vista comunque la crescente diffusione di centri dedicati. Dal 2011 al CNAO sono stati trattati circa 800 pazienti con buoni risultati all’interno di protocolli clinici approvati dal comitato etico di rifermento e dal Ministero della Salute. Proprio il Ministero della Salute ha inserito l’adroterapia nei nuovi Livelli Essenziali d’Assistenza (LEA), oggi in fase di approvazione, per rendere più semplice l’accesso alle cure da parte dei pazienti.

L’impegno da parte dei medici CNAO, e in generale della comunità di adroterapisti, è quello di produrre sempre più dati scientifici per dimostrare i vantaggi e l’efficacia della metodica e diffonderne l’impiego”.

 

Ci sono effetti collaterali con l'adroterapia o rischi?
"I rischi legati ad ogni trattamento radioterapico dipendono in particolare dalla sede del tumore da irraggiare e dalla dose totale che si ha necessità di erogare per curare la malattia. In ogni caso, l'adroterapia, per le caratteristiche e la precisione delle particelle utilizzate, riduce di molto la probabilità che si abbiano degli effetti collaterali al trattamento. Soprattutto quando si ha necessità di irraggiare un tumore con dose elevata ed in sedi "difficili", i rischi per i tessuti sani attorno al tumore con l'adroterapia sono inferiori rispetto alla radioterapia tradizionale".

 

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