
La Riserva Naturale Orientata “Pino d’Aleppo”

È dello scorso ottobre uno degli ultimi incontri che una delegazione di cittadini di Vittoria (RG) ha avuto con il sindaco Francesco Aiello per rappresentare i disagi e le difficoltà che insistono e penalizzano pesantemente l’area di protezione della Riserva Naturale Orientata “Pino d’Aleppo”, che, dalla periferia della città, si estende lungo il corso finale del fiume Ippari. Si tratta, infatti, di un vasto territorio dove - con il rispetto delle limitazioni dettate dal “Regolamento recante le modalità d’uso ed i divieti” previsto al momento della costituzione della riserva - è possibile un’intelligente attività integrata che, valorizzando le preziose naturalità del luogo, permette una fruizione compatibile dell’area.

Disagi e denunce di tale natura erano già stati rappresentati in precedenza, come le proteste legate alle emergenze per l’eccessiva presenza di rifiuti, specialmente a ridosso dei centri abitati e delle cavità e grotte più isolate all’interno delle aree boschive nonché a quelle connesse ai fatti di criminalità dipendenti da un insufficiente controllo del vastissimo territorio della riserva.
Un territorio che, per lo più ricadente nel Comune di Vittoria, si estende anche nei Comuni di Comiso e di Ragusa per compressivi 3.600 ettari che collocano la R.N.O. “Pino d’Aleppo” come una tra le più estese della Regione Siciliana, circostanza che necessiterebbe di una gestione organica ed univoca non sempre conseguibile con i saltuari, frammentari e parziali interventi che - quando possibile - i tre diversi Enti riescono a concretizzare.
Appunto, quando possibile; anche perché tali attività non rientrerebbero tra i loro primari compiti, dato che la responsabilità della gestione della riserva era stata ricondotta alla Provincia Regionale di Ragusa che, dopo la soppressione, ha trasferito le sue competenze al Libero Consorzio Comunale di Ragusa che, come tutte le ex province, vive un’incertezza istituzionale assai penalizzante rispetto a tutte le istanze ed i bisogni di cui dovrebbe occuparsi.

Peraltro in un territorio di grandissimo pregio naturalistico dato che offre altre presenze arboree assai significative (soprattutto, l’olivastro ed ilcarrubo e, in particolari areali, la quercia spinosa ed i salici), un ricco sottobosco con le diverse specie tipiche della macchia mediterranea (lentisco, ilatro, alaterno, etc.) e un variegato campionario di ben trentadue orchidee selvatiche (tra cui la rara Ophrys exaltata).
Altrettanto importante è la fauna presente nel sito in questione, con una notevole varietà di mammiferi (soprattutto: donnole, volpi, lepri, istrici e pipistrelli), di uccelli sia stanziali (come i cardellini, i verzellini e le upupe) che migratori (come gli aironi, i germani reali e le garzette) e rapaci (come le poiane, i gheppi e i falchi di palude), di rettili (ramarri e gongili) e di anfibi.
Tutte presenze molto importanti e, soprattutto, particolarmente apprezzate dagli amanti delle escursioni all’aperto (e non solo del luogo) che possono contare su ben 40 chilometri di sentieri, tutti sempre da scoprire, presenti all’interno della riserva.
Una ricchezza naturalistica, quella appena accennata, che ha permesso di concorrere ai finanziamenti europei relativi agli «interventi per la tutela e la valorizzazione di aree di attrazione naturale di rilevanza strategica tali da considerare e promuovere processi di sviluppo». Con tale opportunità il Libero Consorzio Comunale di Ragusa ha potuto procedere al recupero ed alla sistemazione delle regie trazzere dei Cappuccini, Spirito Santo, San Silvestro e dei sentieri limitrofi per favorire la fruizione ciclopedonale sia della riserva che dei Siti di Interesse Comunitario “Cava Randello - Passo Marinaro”.
Ma, come veniva detto prima, salvo attività ed iniziative sporadiche, tante restano le occasioni di intervento indispensabili sia per perseguire i fini istituzionali sia per sostenere ed accompagnare le forme di turismo sostenibile e, soprattutto, alternativo alle tentazioni di processi consumistici che potrebbero compromettere le notevoli e formidabili potenzialità della zona. Che non sono, solo, di carattere naturalistico dato che, proprio contigui all’area della riserva, insistono l’Area Archeologica ed il Museo di Kamarina e le apprezzate spiagge di Scoglitti e che, a distanza di poche decine di chilometri, tante, notevolissime e ben note sono le testimonianze del prezioso barocco ibleo.
Dato il crescente numero di strutture turistiche recettive, non è da escludere che certo spontaneismo di singoli privati, in assenza di una intelligente, lungimirante, effettiva e sostanziale gestione del delicato comprensorio, possa esporre a rischi che vanno a determinare situazioni di pregiudizio per un patrimonio unico e che l’intera comunità (e, ovviamente, non solo quella iblea) ha il dovere di preservare.
Appare, pertanto, quanto mai urgente affrontare, con coerente determinazione, una serie di questioni ripetutamente poste in questi ultimi anni; a partire dalla definizione di una precisa entità per la corretta e adeguata gestione della vastissima riserva e, per questo, dotata delle effettive e concrete disponibilità indispensabili ad assicurare il sostanziale rispetto di quanto è stato legiferato per il conseguimento dei suoi fini istituzionali.
Fotografie: Regione Siciliana - Osservatorio Regionale Biodiversità Siciliana
Archivio Di Maio
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Catanese, dopo una lunga esperienza sindacale nel comparto della Pubblica Amministrazione, si dedica - nei primissimi anni Novanta del secolo scorso, sulle pagine del quotidiano del pomeriggio di Catania Espresso Sera - all’impegno sociale e civile finalizzato a raccogliere e far emergere le condizioni e le aspettative delle singole 17 Circoscrizioni in cui, all’epoca, era suddiviso il capoluogo etneo.
Dopo la chiusura del giornale, trasferisce lo stesso impegno sulle colonne del settimanale Prospettive, accompagnandolo - con ravvicinata periodicità - a spazi dedicati alle iniziative delle associazioni di volontariato attive nel territorio.
Ha curato il notiziario del Consiglio Provinciale Etneo della Consociazione dei Gruppi Donatori di Sangue “Fratres”, la newsletter della sezione “Antonio Farsaci” del Tribunale per i Diritti del Malato di Catania ed il Bollettino della Conferenza dei Comitati Consultivi delle Aziende Sanitarie della Regione Siciliana.
Con ilpapaverorossoweb torna in campo per un percorso di ricerca e proposizione di frammenti di quanto si sta muovendo nel vasto ed ancora indefinito universo della digitalizzazione sanitaria e della telemedicina in modo da cercare di coinvolgere e stimolare conoscenze e contributi su una materia che, comunque, pregnerà e condizionerà sempre di più l'esercizio della sanità nonché per proporre elementi di conoscenza riguardanti peculiari aree ambientali, come le 74 riserve naturali della Sicilia.