La Riserva Naturale Orientata “Saline di Priolo”

Autore:
Santo Gulisano
30/09/2024 - 02:00

Nonostante tutto! È proprio il caso di dirlo, se è vero che, anche in quella che una recente sentenza della Corte Costituzionale ha definito “l’area più inquinata d’Italia”, la natura riesce a resistere, sia pur in condizioni estreme, alle devastanti azioni umane!

Un esempio di resilienza rappresentato da un’area di appena 40 ettari - tale è infatti l’estensione della Riserva Naturale OrientataSaline di Priolo” - situata all’interno di un comprensorio che, prima dell’insediamento del Polo Industriale Siracusa - Priolo Gargallo, vantava interessanti ed importanti habitat costieri, la Salinadelli Magnisi” (che ancora negli anni Sessanta occupava una superficie di oltre 80 ettari suddivisa in pantani di servizio e caselle salanti) ed ampie zone umide che si alternavano per diversi chilometri tra Priolo e Marina di Melilli, in provincia di Siracusa.

La Riserva, istituita dalla Regione Siciliana con Decreto Assessoriale N. 807/44 del 28 dicembre 2000, tutela, quindi, un piccolo e residuale territorio che, purtuttavia, riesce a mantenere un’importanza assolutamente strategica per il fenomeno migratorio; basti pensare che nell’area sono state censite 216 specie di uccelli, ossia circa il 40% di tutte quelle osservate in Italia. Come la poco comune Sterna maggiore, scelta come logo della Riserva in virtù del fatto che vi si osservano in migrazione autunnale i contingenti più elevati d’Italia.

Ma rilevante è anche la nidificazione di anatidi (Moretta tabaccata, la Volpoca e il Mestolone) come pure la sempre più consistente e ricorrente presenza di specie accidentali per l’Italia e - come nel caso del Beccaccino stenuro - per l’Europa.

In autunno, in particolare, si osservano, poi, stormi di diverse migliaia di limicoli, di centinaia di ardeidi e di migliaia di mignattini, solo per ricordare alcune delle specie più presenti nella riserva.

La gestione della riserva è stata affidata alla LIPULega Italiana Protezione Uccelli che, da sempre, svolge una impegnata e qualificata attività per la tutela, la fruizione e la valorizzazione dell’area.

Diversi ed importanti sono stati, infatti, gli interventi effettuati in tutti questi anni dall’Ente Gestore che ha radicalmente cambiato l’immagine di questa zona trasformandolada discarica a cielo apertoad Oasi più Bella d’Italia dove osservare gli animali. Riconoscimento venuto nel 2008 in un concorso nazionale, al quale partecipavano più di 190 aree protette e diversi parchi nazionali, grazie ai voti di birdwatchers, naturalisti, fotografi, studenti che frequentano questi siti.

Altro riconoscimento che si ricorda - ma limitandosi ai soli più prestigiosi - è quello arrivato nel 2011, quando la riserva è stata premiata nell’ambito del Progetto EDEN (European Destinations of ExcelleNce) organizzato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo, con l’obiettivo di promuovere modelli di sviluppo turistico ecosostenibile. Al riguardo non si possono non ricordare la predisposizione di capanni d’osservazione (alcuni dei quali si allungano nel pantano permettendo di scrutare ancor più compiutamente la vita degli uccelli) e la vasta rete di sentieri (più di 400 metri dei quali attrezzati per i diversamente abili).

Iniziative e realizzazioni che sono continuate negli anni, con un’attenzione particolare e costante verso il mondo della scuola.

È proprio dei mesi scorsi, con la chiusura dell’anno scolastico 2023-2024, la conclusione della prima parte del Progetto PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) “La Natura nelle mie mani! Percorso di turismo sostenibiletra la LIPU ed il Liceo ClassicoTommaso Gargallodi Siracusa che ha avuto l'obiettivo sia di coinvolgere gli studenti nello sviluppo di percorsi didattici creativi da presentare nelle tre lingue studiate (italiano, inglese e francese) ai ragazzi di diverse fasce d'età e gradi scolastici delle scuole di Siracusa e sia di pianificare ed organizzare una serie di attività sociali finalizzate alla divulgazione degli elementi più pregiati e significativi della RiservaSaline di Priolo”.

Certamente la condizione naturalistica dell’intera area non è più (e non potrà mai più essere) quella esistente all’inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso (quando vennero avviate le prime attività chimico/industriali), ciononostante - ed anche se l’istituzione della riserva (avversata, rinviata per troppo tempo e costituita solo nel 2000) interessa una superficie assai circoscritta dell’originale aerale - l’accorta e qualificata gestione della LIPU non solo ha permesso l’arresto di un ulteriore e sempre più irreversibile deterioramento della zona ma ha avviato - ovviamente condizionata e limitata dalle perduranti pesanti attività del comprensorio - una cauta inversione di tendenza che lascia - ragionevolmente - sperare che il peggio sia passato.

E che, quindi, le future generazioni potranno trovarsi - sia pure in misura ridotta e decisamente più limitata - un bene pubblico destinato (se continuavano a prevalere certe logiche del passato) ad essere cancellato.

Una prospettiva, questa, che è - fortunatamente - assai ben diversa da quella di altre areeprotette” (?) dove certa politica ritiene che la gestione pubblica diretta (solo perché “pubblica”) sia, comunque, da preferire.

 

Fotografie: Regione Siciliana - Osservatorio Regionale Biodiversità Siciliana

 

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