La sussidiarietà circolare e il ruolo del Terzo Settore
È ora di alzare il livello del dibattito sul ruolo del Terzo Settore nella società civile e nello spazio politico. Ancora oggi persiste il voler considerare gli Enti del Terzo Settore come soggetti per la produzione di quei beni e servizi che né lo Stato né il mercato hanno interesse oppure la capacità di produrre. Occorre modificare da subito questa concezione di rapporto subordinato e serve ancor di più far acquisire consapevolezza al Terzo Settore della grande responsabilità che detiene per lo sviluppo della democrazia e per la rigenerazione della comunità. Diverse Associazioni, tra cui l’A.D.A.S., mirano a porre in pratica il principio di sussidiarietà circolare articolando in modo paritetico le relazioni tra Stato, Mercato e Comunità, ritenendo che nel modello tripolare di ordine sociale bisogna porre, accanto al privato e al pubblico, con pari dignità, il civile.
Il compito del Terzo Settore – spiega Stefano Zamagni – «è alzare il livello del dibattito per andare a toccare questioni di principio ancora accantonate. Il Terzo Settore deve occuparsi del sociale, del culturale, ma anche del politico inteso come ambito dove quei principi vengono rappresentati».
Quando si parla di ruolo o di funzione politica degli Enti di Terzo Settore non significa necessariamente alludere all’impegno degli stessi enti nella sfera partitica. La politica riguarda tutti. Riguarda il singolo cittadino, le aggregazioni sociali, i corpi intermedi. I partiti, all’interno dei corpi intermedi, sono una parte, non il tutto. Rappresentano il veicolo di certe istanze, di certe idee e di certi processi.
Il mondo del Terzo Settore è portatore di esperienze e competenze, crea benessere sociale attraverso un capitale produttivo, ambientale, relazionale, umano, rappresenta bisogni reali e interpreta dal basso i cambiamenti della realtà sociale ed economica locale. Per questo deve avere il coraggio di agire con creatività, di esporsi e difendere strenuamente i valori in cui crede nonché i bisogni che rappresenta. Parliamo di empowerment, ovvero di conquista della consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte, decisioni ed azioni, sia nell’ambito delle relazioni personali sia in quello della vita politica e sociale. Il Terzo Settore deve avere il coraggio di proporsi e pensarsi come asset-holder (ossia portatore di risorse) e non solo come need-holder (portatore di bisogni) e la Politica deve maturare la consapevolezza che la vita democratica non riguarda solo le procedure (come di fatto avviene per soddisfare specifici indirizzi normativi), ma la definizione di uno spazio aperto che non può fare a meno di legami sociali, di cittadinanza attiva, di imprenditorialità sociale e di mutualismo. Un Terzo Settore che co-progetta e co-gestisce con le Istituzioni con cui condivide la tensione per il bene comune.
Per questi principi di partecipazione solidale e responsabile per le crescita della comunità, lanciamo un appello a tutte le forze sane rappresentate dal Terzo Settore di confortare queste riflessioni dando un contributo costruttivo e lanciamo un appello alla “Buona Politica” che ascolta di porre mano alla trasformazione dell’attuale modello di sviluppo non più sostenibile.
Luigi Maugeri