“Non ci sono scuse: sfiliamo da maschi per diventare UOMINI”
Nei giorni scorsi, leggendo e ascoltando le ultime notizie di cronaca nera, le uccisioni di Ilaria a Roma e di Sara a Messina, ho avvertito un’onda emotiva fortissima. L’impotenza di assistere, ancora una volta, a due brutali femminicidi mi ha spinto a fare qualcosa.
Questo bisogno nasce da lontano. Ho partecipato a numerose manifestazioni, eventi e dibattiti in occasione delle giornate contro la violenza sulle donne, e ho sempre constatato un dato sconfortante: la presenza maschile è stata pressoché insignificante. Sale e piazze gremite di donne, mentre gli uomini presenti – me compreso – si contavano sulle dita di una mano.
Donne che parlano ad altre donne, come se questo fenomeno, ormai una piaga sociale, non ci riguardasse.
Ho interrogato la mia coscienza. Ho pensato alle volte in cui io stesso mi sono lasciato andare a battute meschine, sessiste; alle volte in cui il mio modo di pensare o di comportarmi ha potuto mettere a disagio una donna.
Nel mio lavoro di avvocato penalista conosco bene questo fenomeno, sia dalla parte della vittima che da quella del carnefice.
Mi sono chiesto: Cosa possiamo fare noi uomini per non essere spettatori passivi? Cosa posso fare io, in prima persona? Che contributo posso dare?
Desideroso di agire, il 2 aprile ho lanciato un’iniziativa sulla mia pagina Facebook. Riporto qui il post, così come l’ho scritto:
«Forse è un'idea stupida, forse servirà a poco, sarà oggetto di critiche, sarà tacciata di retorica (forse lo è), e ci saranno interrogativi del tipo “perché proprio così?” e “perché non includere anche...?”. Forse.
Mi piacerebbe organizzare a Caltagirone, e se l’idea piace e prende forma si potrebbe allargare in altre città, una manifestazione, un corteo, dove a sfilare siano solo uomini, soltanto uomini (ragazzini, adolescenti, giovani, adulti, anziani), senza alcuna bandiera politica, senza alcuna sigla.
Solo uomini che sfilano dietro uno striscione con la scritta: “Non ci sono scuse: sfiliamo da maschi per diventare uomini”.
Uomini che, in silenzio, si assumano la responsabilità della violenza che continua a essere perpetrata sulle donne: dal patriarcato infame ai femminicidi.
Se l’idea vi piace, invito le associazioni presenti sul territorio, i partiti (di destra, di sinistra, tutti), le emittenti televisive locali e chiunque voglia aderire a scrivermi in privato o a lasciare un commento per capire insieme se e come realizzare questo evento».
Dopo la pubblicazione, sono stato letteralmente sommerso di approvazioni e consensi, pubblici e privati. Tantissimi uomini mi hanno espresso il loro sostegno. Una condivisione così ampia e partecipata che mi ha davvero sorpreso.
Nel pomeriggio stesso, una testata locale, TVR XENON, mi ha intervistato per dare visibilità all’iniziativa. Si è quindi pensato di organizzare questa “carovana di uomini per bene” a Caltagirone, sabato 19 aprile.
Sì, uomini per bene, perché siamo tanti – la maggioranza, ne sono certo – a rifuggire ogni forma di violenza.
E sono proprio questi uomini, questi maschi, che devono mettersi in movimento. È ora di dire basta.
Serve una presa di coscienza forte, profonda, collettiva. Serve mettersi in discussione. Tutti. Non solo chi commette violenza.
L’idea si fonda su un gesto “rivoluzionario”. Abbiamo assistito a dibattiti, conferenze, seminari, cortei e manifestazioni, dove la presenza maschile è sempre stata minima, quasi assente.
Questa volta, invece, saranno solo i “maschi” a sfilare per diventare “uomini”.
Una sorta di 8 marzo al contrario, in cui sono gli uomini a ricevere i fiori dalle donne. Una carovana da cui ogni maschio possa uscire più Uomo.
Credo che il valore evocativo e simbolico di questo gesto sia enorme.
Certo, ci sono state anche alcune critiche – poche, in verità – e le comprendo. È normale essere stanchi di vedere cortei e manifestazioni che poi non portano a un cambiamento concreto.
Ma io credo che ci sia bisogno di questo gesto, di questo attivismo maschile.
Forse, vedendo sfilare uomini come lui, anche il violento di turno potrebbe provare un briciolo di vergogna, di consapevolezza.
E poi... da un piccolo seme può nascere una quercia.
Tengo molto a una cosa: riguardo allo slogan, mi piacerebbe – e lo dico con forza – che fossero le donne a proporlo.
Mi rivolgo quindi a tutte le donne che leggeranno: diteci voi cosa vorreste leggere sul nostro striscione. Ditecelo con decisione. Aiutateci a scegliere le parole giuste, quelle che vi farebbero sentire davvero ascoltate.
L’idea è quella di un corteo senza bandiere ideologiche, senza sigle di partito, ma con una partecipazione ampia e consapevole di uomini.
Ciascuno porti con sé i propri figli. Abbiamo un disperato bisogno della partecipazione dei ragazzi, dei giovani.
È a loro che dobbiamo insegnare, anche con iniziative come questa, a riconoscere e rifiutare ogni forma di violenza. A gestire un rifiuto, a rispettare l’altro, a crescere davvero.
Il sogno – l’ambizione – è che da Caltagirone possa partire un’onda che si allarghi a macchia d’olio su tutto il territorio nazionale.
E che in ogni città d’Italia si possano vedere uomini che sfilano per diventare UOMINI.
Luca Cultrera
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Vi segnaliamo che il prossimo 19 aprile (ore 16.30) in Piazza Risorgimento a Caltagirone (CT) ci sarà il corteo che darà inizio alle attività del movimento “Non ci sono scuse”, contro la violenza sulle donne.
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